20 luglio 2015

+20 *** SPINGENDO LA NOTTE PIU' IN LA' *** MARIO CALABRESI (o della fine del ventesimo libro nel 2015)

sapevo più o meno per sentito dire delle stragi di terrorismo (a parte l'omicidio Biagi, avvenuto quando ero già universitaria e per il quale un professore ci invitò a iniziare la lezione del suo corso di quel giorno, con un minuto di silenzio in ricordo della vittima), perché o ero troppo piccola (tipo Aldo Moro) o non ancora nata (vedi l'omicidio Calabresi) ma non mi sarei aspettata un libro del genere.

bravo Mario, mi sei proprio piaciuto. mi hai toccato. grazie per questo libro.

Quella mattina salii con la prima funivia, quella dei maestri con le giacche a vento rosse, le piste erano ancora intonse, la neve scricchiolava sotto gli sci. Quando arrivai a guardare la parete di roccia dell'Aiguille Noire de Peutérey, che slancia la cima del Monte Bianco, ero completamente solo. Fermo con gli occhi fissi sul ghiaccio prima trovai il nonno, poi papà Gigi. Rimasi ad ascoltarlo a lungo e sentii che era giusto guardare avanti, camminare, impegnarsi per voltare pagina nel rispetto della memoria. Dovevo portarlo con me nel mondo, non umiliarlo nelle polemiche e nella rabbia, così non l'avrei tradito. Bisognava scommettere tutto sull'amore per la vita.
Non ho più cambiato idea.

(Mario Calabresi - Spingendo la notte più in là, pp. 130-131)

adesso scendo dalle alte vette e mi concedo un caso del commissario Montalbano...

Love,
MC

1 commento:

Clara ha detto...

Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo!

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