24 dicembre 2007

CHIRSTMAS EVE


E' il 24 dicembre 2007.
Mi sembra ieri quando in tanti mi dicevano "...questo è il tuo ultimo Natale da nubile...!" ed era un anno fa.
Cazzarola, un anno fa. Ancora una volta, come scritto in post predecenti, il tempo inganna la mia percezione.
Lo fa e se la ride alle mie spalle, giacchè non si può fare molto per fermarlo, rallentarlo o modificarne il corso. Lui va, che tu lo voglia o no, che tu riesca a stare al suo passo o no. Se ne frega. Passa, scorre, corre, vola via e stop.
Se ti vuoi fermare lo puoi pure fare, ma tanto quando riprenderai la corsa, lui sarà passato, andato avanti.
E' birichino, anche. Quando stai bene, ed è ormai un luogo comune ma chissenefrega, ti vola via ancora di più, ti sberleffa davanti la sua velocità, se la ride e va; quando ti impalli, è lento che nemmeno l'ultima settimana prima delle ferie, dopo un anno di lavoro...

Ma col tempo io ci vivo bene, porca miseria.
Mi fa questi scherzi, sembra si prenda gioco di me, eppure sono contenta del tempo che ho avuto fino ad ora. Più o meno anche di come l'ho usato...
Se mi guardo indietro e faccio il punto, non posso non dire di aver fatto qualche cacchiata nella vita, come tutti, ma almeno l'ho fatta al momento giusto, quando andava fatta...e scusate se è poco, col passo che si deve tenere per stare a tempo.

Buon Natale!

22 dicembre 2007

Sabato pomeriggio...


...in un dopo pranzo seguito a una mattina di lavori di casa. E' questo il momento, per me, da dedicare alle faccende.
Non nascondo che mi piacerebbe farlo in momenti diversi. Vorrebbe dire essere "casalinga"...ed ebbene sì, non mi dispiacerebbe affatto.

Marco è di là che lava i piatti e intanto canta l'inno nazionale (non so perchè, ma quello è!), tra scrosci d'acqua e botte di piatti che si scontrano.
Tra un po' usciamo, ultimi, indispensabili, economici e soprattutto utili regali natalizi respirando biossido di carbonio romano, quasi vaticano. Chissà che un po' di santità mista a quelle polveri aleggianti non ci invada e ci renda più buoni!

Mi pesa sulla crapa l'incarico di pensare anche per gli altri; ieri sera mio padre, sulla A1 direzione Roma, mi chiama dicendo: cosa regalo a tua mamma?
Gli anni scorsi, con un certo anticipo, mi veniva davanti e mi diceva "pensa un po' cosa posso regalare alla mamma...", questa volta, non avendomi a portata di mano, me lo chiede per telefono...
Ho già perso un'occasione di regalo per mancanza di disponibilità nei negozi e non so cosa regalarle...e devo anche pensare per lui!!!

Mi sono riservata una notte e una mezza giornata per pensarci...e non è che sia qui con la mente piena di idee, diciamocela tutta...
Qualcosa mi è balenato...ma mi brucerei un'occasione che volevamo tenerci buona...
Vedremo...le vetrine ci ispireranno, vedremo fino a che punto...

Nel frattempo non realizzo ancora del tutto che martedì è Natale...il compleanno di Gesù...
Sembra ieri, quando le colleghe mi dicevano, ed era un anno fa, "Maria Chià, pensa che questo è il tuo ultimo Natale da nubile!"...

Com'è possibile che sia già passato un anno...
non lo so, ma è così. Anzi, lo so, ed è come è sempre stato.
E va bene.


PS NIENTE FOTO, BLOGGER NON COLLABORA...GGRRRRRR!


(PS INVECE, A DISTANZA DI 2 GIORNI, SONO RIUSCITA A POSTARE UAN FOTO DEL NOSTRO ALBERO DI NATALE...!!!)

17 dicembre 2007

LAS VEGAS - by night&day-


Arrivati a Las Vegas verso metà pomeriggio, dopo un paio d'ore ci rivediamo con il gruppo in un punto specifico dell'albergo per andare al buffet e cenare.
Questo primo passaggio interno al Luxor ci fa prendere le misure di quanto esteso e labiribtico sia il nostro hotel, come tutti gli altri, del resto.
L'ambientazione è egiziana e se non fosse che chi passa (perchè ospite o turista che entra, guarda e va via) è vestito all'occidentale, si direbbe di trovarsi su un set cinematografico. Forse da qualche angolo, da un momento all'altro, spunta una mummia che cammina o uno schiavo o un faraone...

Per arrivare al ristorante, da qualsiasi punto dell'hotel si provenga, si deve per forza passare dal casinò: non sia mai che per mangiare ci si dimentichi di giocare qualche dollaro alle slots!
E si gioca ad ogni ora...
Avremo modo di scoprire che i casinò sono aperti 24 hrs a day...perchè la gente va lì per giocare e giocare a qualsiasi ora...
Ceniamo a un buffet di cui non si vede la fine. C'è tutto di tutto: cucina cinese, americana, internazionale... Frutta "normale", esotica (mangerò una macedonia di frutta esotica fresca il cui gusto mi rimarrà in bocca a vita, credo!), fresca, secca...
Non si finirebbe mai di mangiare, poi per forza di cose, non entrandotene più nello stomaco, a un certo punto ci si deve fermare!
Fa anche un effetto controverso, però, trovarsi qua dentro e pensare di poter mangiare quello che si vuole, nella quantità che si vuole, sapendo che altrove, magari nemmeno tanto lontano da noi, c'è chi non sa quale sarà il prossimo pasto, se in giornata o chissà quando...

Dopo cena partiamo per il giro guidato per alcuni hotel. Perchè sì, qui gli hotel si visitano come fossero musei, esposizioni...
Fuori il sole sta calando e inizia lo splendore di Las Vegas; il traffico si intensifica e la gente si riversa nelle strade.
Fa caldo, l’aria desertica si fa sentire: siamo tutti smanicati. Smanicati e attoniti. Quello che stiamo vedendo non è reale, non può che essere finzione. Non è possibile che una città sia stata costruita dal niente e abbia come unico scopo quello per cui viene tenuta in vita: il gioco d’azzardo, legalizzato nel 1931, e lo sfoggio dell’eccesso, ad ogni angolo e in ogni particolare.
2 milioni di persone su 286.000 kilometri quadrati ad esibire la futilità stessa di questo posto

Tutto qui è fatto per essere “più di”, tutto è in competizione con tutto.
E’ una gara a chi ha l’albergo più lussuoso degli altri, con più camere, coi costi più alti, con più superficie, con più luci, con la luce che arriva più lontano in cielo, con più show dentro, con più ospiti nell’arco dell’anno, con più Vip tra i suoi clienti...
Las Vegas è la follia, pura, non semplpice, ma totale, tutta. E folli sono coloro che la popolano.
Qui c’è un tizio, Whyn, che dopo aver costruito un paio di alberghi, ha deciso di metterne su uno che fosse la sintesi di tutti questi “più”. Così ha costruito il Whyn, uno dei più raffinati e, devo dirlo, più di gusto rispetto agli altri che abbiamo avuto modo di vedere...
Certamente, con più gusto, ma anche con più ostentazione del lusso; non si può descrivere un corridoio al piano terra largo una quindicina di metri...cosa può esserci e di che grandezza, dietro quelle porte, se il corridoio per arrivarci ha certe dimensioni?

Giriamo, seguendo la guida, tra uno show e l’altro.
Ci ritroviamo prima al Caesar Palace, nell’antica Roma, dove la Celine Dion da due anni se la canta e se la suona nel teatro dell’hotel, dove si fanno anche gli incontri di boxe...
Arriviamo al href="http://www.vegas.com/slideshows/hotels/venetian/slideshow.html">Venice, dove Palazzo dei Dogi, ponte di Rialto e laguna ci attendono, con tanto di gondole (piatte, però, non inclinate da una parte...beccati) a motore e gondolieri che emulano canzoni veneziane ai cinesi che fanno il giro in gondola...a Las vegas!
Visitiamo il Mirage e il giardino botanico; il Bellagio, con uno scorcio di lago di Como di fronte al quale si erge una tour Eiffel in scala, in dotazione all’hotel Paris...
C'è il Mirage, col suo vulcano finto che fa spettacolo, l'MGM Grand, con una mega riproduzione dello stesso leone che da bambini (e anche adesso...) vediamo nella sigla di inizio di certi cartoni...
Notiamo che qui tutto è copia (approssimativa) o imitazione di un qualcosa che non è americano.
Non c’è una riproduzione di qualcosa di loro. Certo, c’è il New York New York...ma solo quello...
E’ come se gli americani fossero prigionieri di un forte senso di inferiorità rispetto al resto del mondo... Riproducono tutto, paraganonano tante delle loro cose a quelle altrui, soprattutto italiane....

La follia prosegue con la vista di Las Vegas downtown, quella che fu l’originaria Las vegas, la prima, la città dell’esordio...
E’ qui che ci appare quello che abbiamo già visto in televisione in film e video musicali.
Trovo l’albergo sotto le cui luci gli U2 cantarono I still haven’t found what I’m looking for...e non posso fare a meno di guardare, fotografare e riprendere...

E’ tutto eccesso, qui, ma credo che il massimo della mancanza di utilità dell'essere, lo raggiunga un tunnel il cui tetto interno è ricoperto di lapadine. 2 milioni di lampadine che, comandate da un computer, si accendono, cambiano colore, creano immagini...
Utilità? Nessuna. Spettacolo. Puro e (non tanto) semplice spettacolo!
Ma quali costi può avere tutto questo?

Spesso questa nostra impressione verrà confermata dall'evidenza dei fatti, altre volte non potremo che rasegnarci e pensare che, veramente, la follia umana, realmente raggiunge limiti impensabili!

14 dicembre 2007

FRIDAY NIGHT

La mia giornata finisce qui, alle 22:35 di questo venerdì sera. Che poi mica è tardi, è vero, ma considerando che questa mattina, signore e signori, sono uscita di casa alle 07:00...mi sembra di averne fatte abbastanza, per oggi.
Domani mattina shopping in Rome downtown e poi si vedrà.

Ora basta...non riesco nemmeno a trasformare in tasti schiacciati quello che mi rimbalza nel cervello, che è tanto e articolato.
Vedremo in futuro...
(Intanto codesta immagine è quanto vediamo la mattina all'ora della sveglia, con tanto di luna...)

09 dicembre 2007

PREPARATIVI


Sono qui, in quest'uggiosissima e piovosa domenica pomeriggio di inizio dicembre, a casa, nella solita vip lounge di Roma centro.
Ho nelle orecchie la colonna sonora di The Mission, creata da quel genio della musica conosciuto come Ennio Moriccone...e una certa atmosfera s'è creata.
Aspetto Marco, prima di iniziare il lavoro che ci porterà a dar vita al primo albero di Natale di casa nostra.
Sono impaziente. Mi rendo conto di esserlo scrivendolo.
Ho un qualcosa che sento qua, dentro di me, in fondo allo stomaco.
Natale mi ha sempre fatto questo bell'effetto.

Non sono quella che spera che passi presto, quella che non vede l'ora che sia il 7 gennaio, quella che si rompe a stare a casa con chi ama, per tutto il giorno, senza orari da rispettare facendo quello che si ha voglia di fare.
Non lo sono mai stata e non lo sarò mai.

Sono quella che aspetta questi giorni perchè sta bene con chi "è previsto che si stia"...
Sono contenta e sto bene, perchè in questi giorni vedo più chiara quella Luce che mi porta avanti in tutto l'anno e che si avvicina.
...e per fortuna che ritorna ogni anno...non ce la farei senza.

06 dicembre 2007

ULTIM' ORA

Mi sento sempre in viaggio, da quando ho la connection to the net a casa.
Sono sempre seduta in sala, sul nostro divano rosso non esageratamente moderno ma nemmeno classico, che contrasta molto bene con il mobile e il tavolo color noce, caldi e schietti, con le venature in evidenza...e sebbene la scena sia sempre molto casalinga, dicevo, mi sento come in un aeroporto (magari, significherebbe un viaggio in corso...), visto che ho sempre il pc sulle gambe e non vado si mouse esterno ma di pad integrato.
Mi sento in una sala d'attesa della businnes class lounge...
Mi piace.

Inoltre da un paio di giorni non riesco a smettere di sentire Sarah Brightman, fino a 48 ore fa sconosciuta ai miei timpani...
Mi venne trasferita su pennna USB da Xavier, domenica scorsa, sempre in un momento di pc sulle gambe, velocememente, durante un passaggio di foto datate W-Day (wedding-day), a casa dei miei suoceri...
Me la presentò come una che fa musica simil arabeggiante.
In realtà non so nemmeno io come definirla. Ogni tanto sembra che abbia qualcosa anche di indiano (quelli con le penne, non quelli dell'India)...
Certamente ha una voce da esaltazione. E questo le basta.

Fatto sta che tutt'oggi in ufficio la Sarah ha girato in Media Player, sempre dalla suddetta penna USB e ora mi fa tremare le dita sui tasti e fantasticare con la mente, mentre scrivo.
Era un po' che la musica non mi faceva questo effetto.

(A SEGUITO DI INDAGINI, EMERGE CHE:
Wikipedia la dà come cantante lirica (soprano) e pop inglese, che canta pop, techno, lirica, new age.
E te credo che non riuscivo a collocarla in nessuno stile musicale...'zzarola!

04 dicembre 2007

ZION PARK-LAS VEGAS


L'itinerario di oggi prevede Zion Park e tappa a Las Vegas, costeggiando la Sierra Nevada.
Lo Zion, l'ultimo dei parchi di questo viaggio, ci sorprende come i suoi predecessori. Ci passiamo attraverso e ne vediamo buona parte dal pullman; è l'unico dei parchi che abbiamo visto attraverso ilquale si deve per forza transitare. E' un passaggio obbligato...
Il rosso delle sue rocce ci ricorda le Dolomiti in momenti di tramonto estremo e potente...ma non è possibile paragonare niente a qualcosa: tutto è comunque diverso dal resto e bello per come è.
In prossimità della fine del parco, verso le 10, ci fermiamo...e "per assaggiare la specialità del posto", ci troviamo tra le mani hot dog e fried chips...
Il nostro stomaco si è ormai abituato a tutto, per cui non ci facciamo quasi nemmeno caso...e mangiamo con appetito!

Riprendiamo la strada e dopo una lunga serie di rettilinei e sali-scendi, arriviamo a Las Vegas a metà pomeriggio.
Las Vegas di giorno è brutta, un cantiere a cielo aperto, una serie di strutture mastodontiche e alquanto squallide...
Non ci piace, non "dice niente" e non ha niente di storico o importante tra le sue mura; è nata dal niente, in mezzo al deserto, grazie all'energia fornita dall'acqua del Colorado.
E' evidente che l'unica ragion d'essere che ha è essere la capitale del gioco d'azzardo in uno Stato, il Nevada, dove giocare per soldi è stato legalizzato e fatto strumento di guadagno (tanto) per pochi riccastri (i padroni degli hotel) e fonte di sostentamento per le migliaia di persone, per lo più ispaniche, che lavorano nei casinò e negli hotel.

Arriviamo all'hotel, il Luxor, ambientazione antico Egitto, e inizia lo shock.

Da questo momento e fino alla sera successiva (staremo due notti a Las Vegas) sarà uno stupore unico, un senso di incredulità, di imabarzzo e schifo, quasi.
Gireremo per "la città" già dalla prima sera, per vedere i vari spettacoli che gli hotel propongono...

Ma di questo avremo poi tempo di parlarne...

02 dicembre 2007

ANTEMPRIMA - Live from Rome downtown


Ce l'ho fatta!!!!
Scrivo finalmente da casa mia, da casa nostra, da casa mia e di Marco.
Ho configurato, collegato, connesso...e alla fine eccomi qua!

Seduta sul nostro divano di casa, alla fine di un weekend che ci ha visti in giro a destra e a manca, tra matrimoni di amici, pranzi di saluto, ritiro regali lista nozze...sono qui, col portatile sulle gambe (ci manca ancora il mobiletto per il pc...), il modem sul bracciolo del divano e Report davanti, alle tele.
Mi sembra quasi strano essere on lineda qui...ci avevo fatto quasi l'abitudine, a stare al pc qualche minuto ogni volta che tornavo nella mia "ex casa", dai miei...
Adesso non ho più scuse, nè per non scaricare la posta, nè per aggiornare questo diario digitale...

Ora però vado...
Il relax della mente e degli occhi chiama...

PS ah, quello che si vede qua sopra, è ciò che vediamo affacciandoci a due delle cinque finestre di casa...!

27 novembre 2007

BRYCE CANYON



Atterrati a Page, risaliamo sul pullman, dove ritroviamo la guida e alcuni del gruppo che non hanno sorvolato.
Riprendiamo la strada e ci dirigiamo verso un altro canyon, il Bryce, che scopriremo essere l’unico dei canyon americani che certamente “morirà”; nel giro di qualche decina d’anni non sarà più come lo vediamo noi oggi.
Il suo colore particolare e bellissimo, infatti, è dato dalla presenza di ferrite nella roccia, prevalentemente calcarea, la quale si sfalda, si deteriora sotto l’azione degli agenti atmosferici. Vento e pioggia collaborano all’unisono cancellando e sciogliendo la bellezza di queste rocce.
La natura crea e distrugge. E’ più forte di noi.
Tra qualche tempo l’attrattiva di questo luogo svanirà e non ci sarà più un Bryce Canyon rosso-rosa, ma solo un canyon bianco. In qualche punto, qua e là, è già visibile quello che sarà l’effetto finale, che effettivamente si dimostra essere di portata nettamente inferiore al “vero” Bryce.

Arriviamo al punto panoramico indicatoci dalla guida (che ci dice di non fermarci al primo scorcio ma di seguirla fino al punto fatidico!) e ancora una volta restiamo sorpresi e affascinati; viviamo ciò che già abbiamo conosciuto osservando l’immensità del Grand Canyon.
Qui, però, forse per il senso di relativa “finitezza” che si ha osservando, perchè tutto è più ristretto e a portata di occhi e quasi di mano, ci sentiamo ancora più calamitati.

I nostri occhi sono rubati da queste rocce illuminate di traverso dalla luce del sole che sta calando. E’ la situazione ideale, dove tutti i colori sono enfatizzati. Silenzio, aria fresca, pura, natura all’ennesia potenza è quanto vediamo.
Restiamo senza parole; riusciamo solo a dirci, ancora una volta, che un posto del genere altrove non c’è e che lo si deve vedere dal vivo per percepirne tutta la bellezza e maestosità.
Maestosità: ecco un aggettivo per definire la natura che abbiamo visto fino ad oggi in America.

Tante cose possono essere maestose, tra le opere dell’uomo: palazzi, cattedrali, teatri, stadi, navi, monumenti...ma quando è la natura, con la sua grandezza, a suggerirmi il concetto di maestosità, la sensazione che vivo è diversa.
E’ qui, infatti, che percepisco la vera essenza della maestosità e, di contro, l’infinita piccolezza dell’essere umano.
Dinanzi alla natura è difficile rimanere impassibili e ci si ri-scopre capaci di sentimenti e sensazioni conosciute ma non consuete, che ti portano a riconfermare dentro di te che davvero Dio esiste, è anche lì, vicino, a portata di mano (come sempre, d’altronde) e si esprime e ti parla anche attraverso un Canyon americano.

17 novembre 2007

GRAND CANYON-MONUMENT VALLEY-POWELL LAKE

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Oggi ci aspetta il voloNon siamo mai stati in questa parte di mondo, e nè io nè Marco siamo mai saliti sul un aereo monoelica da 9 posti.
Arriviamo al Grand Canyon Airport e in breve ci troviamo suddivisi in gruppetti.
I nostri aerei sono in arrivo da Page. Delle altre compagnie, ci dice la guida, non c'è da fidarsi molto...
Decidiamo di fidarci noi delle sue parole (c’è poca scelta!)...e sorridiamo quando scopriamo che il pilota che ci porterà in volo è donna...per giunta bionda.
Dovremo ricrederci velocemente: la signora si dimostrerà simpaticissima e anche molto brava. Arriveremo a destino interi; questo ci basterà.

Decolliamo. Sotto di noi una distesa di pini e abeti illuminati dalla luce obliqua del sole e dall'umidità notturna che si alza.



Oltre e tutto intorno il cielo è terso, pieno del freddo che abbiamo sentito sia usciti dall'albergo che nel pezzo di pista che abbiamo precorso a piedi dall'androne del piccolo scalo aeroportuale fino all’aereo.
In lontananza vediamo solo l'orizzonte che, chissà quante migliaia di miglia più avanti, arriva a toccare terra. Lì cielo e terra sono una cosa sola. Noi siamo nel mezzo…e si sente!



Dopo alcuni minuti di distesa verdeggiante sotto di noi, arriviamo in prossimità del baratro che per 1200 metri scende praticamente in verticale, fino al fondo del Canyon...
Siamo avvolti dall'ambiente del velivolo, con cuffie stile piloti in testa, per ammortizzare il rombo dei motori e per permetterci di ascoltare un po' di storia del luogo sacro per gli indiani Navajos e di loro proprietà e competenza.

E' indescrivibile quello che vediamo e vedremo sotto di noi.
Davvero Chi ha creato tutto questo, ha pensato bene a come farlo…e l’ha fatto decisamente da Dio…!

Il Grand Canyon è un susseguirsi di colori, torri, strapiombi, cunicoli, archi naturali, fiordi asciutti che mente umana non riuscirebbe a disegnare con la sola fantasia.

Il tragitto fino allo scalo del Monument Valley Airport sembra lunghissimo (non ho idea nemmeno ora di quanto sia durato) ma non c’è un attimo di noia in nessuno dei nove passeggeri.
Da qualsiasi parte ci si giri, da qualsiasi finestrino si guardi, c’è sempre sbigottimento.

Arrivati alla Monument Valley (in lontananza, già dalla pista, si vede la scenografia, vera, dei più famosi film western), una specie di emozione avvolge tutti. Qui ci ritroviamo con gli altri del gruppo e tutti, più o meno ammutoliti, saliamo sul pulmino che ci porterà nel cuore della Monument.

Nuovamente, siamo affascinati.
Non si riesce a non pensare di aver già visto altre volte questo scenario in tele o in foto o su un poster…ma come per il Grand Canyon, non è possibile paragonare un ricordo visto su uno schermo con la presa di coscienza in prima persona di questa meraviglia naturale.



Il silenzio è assoluto, rotto solo dal cigolio del pulmino quando siamo in movimento o dalle nostre voci quando scendiamo, nelle tre tappe previste (ten minutes!).
Ci sentiamo tutti un po’ cinesi: non facciamo che fotografare ogni singola pietra, ogni mucchietto di sabbia, ogni torrione…(certo, non so chi potrebbe resistere dal mandare in tilt la digitale, davanti a una tale potenza!)
Ma tant’è, ragioniamo al pessimismo: magari non ci torniamo più e allora ne approfittiamo adesso! Balle, perché ci piacerebbe tornarci domani…e chissà che non si riesca!

Torniamo al monoelica e da qui decolliamo per l’ultimo tratto.



Sorvoliamo il Powell Lake dove davvero abbiamo l’impressione che il cielo si sia rovesciato e insinuato tra le insenature del Grand Canyon, fino a formare quel lago (infatti il Powell altro non è che il Colorado sbarrato da una diga).
Penisole, insenature, isolette, barche…3000 chilometri di costa…
I colori ci abbagliano in tutta la loro bellezza e ne assaporiamo nuovamente la forza.

E’ troppo difficile e troppo limitate le possibilità per descrivere su una pagina digitale quanto abbiamo visto in quel volo.
Certo è che tutti, tutti, atterrati a Page e ritrovati insieme, abbiamo dichiarato questo volo come i migliori $$$ spesi in tutto il tour e come certamente la parte più ipnotizzante e coinvolgente.

12 novembre 2007

10/10/07 PHOENIX-SEDONA-GRAND CANYON

Oggi facciamo la nostra seconda colazione americana. Non è facile abituarsi alla mole di cibo che mandiamo giù…un po’ per fame, un po’ per curiosità, un po’ per tirar lungo fino all’ora di pranzo e non sentire una voragine nello stomaco a metà mattina.
Facciamo fatica ad abituarci alla nuova dieta, così come faremo fatica, tornati in Italia, a tornare al regime consueto in auge a casa. (per qualche giorno, infatti, la mattina avrò fame dopo un’ora dalla colazione!)
Oggi ci addentriamo nella parte più avventurosa e interessante del viaggio, dal punto di vista paesaggistico.
Lungo la strada, sugli altipiani desertici dell’Arizona, ci lasciamo accarezzare dal profilo dei cactus, piante protette (c’è un cactus disegnato sulle targhe dell’Arizona), che possono arrivare a vivere qualche centinaio di anni, allungando braccia laterali per compensare il peso del fusto centrale.
Il deserto è ancora attorno a noi e la temepratura calda.

Arrivando però a Montezuma Castle, roccaforte degli indiani Navajo dal nome precolombiano, percepiamo i primi abbassamenti di temperatura.
Montezuma Castle: una grotta che fu scelta dagli indiani come rifugio, perché più fresco d’estate e protetto dal caldo torrido e desertico della regione, e più caldo di inverno.
Veniamo messi all’erta dalla guida sulla possibile presenza di serpenti in passaggio intorno al camminamento asfaltato; ci invita a non sconfinare dal marciapiede! Scherziamo, facciamo battute sull'eventualità di trovarcene davvero uno tra i piedi...ma sotto sotto, trovarcene uno davanti non ci migliorerebbe di certo la giornata!
Qui la natura è brulla e a tratti incontaminata... Buona scelta fecero i Navajo centinaia di anni fa!

Dopo Montezuma ci dirigiamo a Sedona, tranquilla e deliziosissima cittadina di 4000 abitanti nella zona di Oak Creek Canyon, sempre in Arizona.
Qui ci imbattiamo in persone che sembrano appena uscite da un film western (o forse siamo noi che ci siamo entrati dentro!) per come sono abbigliate!
Cappelli da cowboy, stivali, ninnoli indiani, capelli lunghi…

Eppure le persone qui distribuite, vestite così, sono intonate, sono affascinanti…noi sembreremmo flippati di cervello ad andare conciati in quel modo per le città italiane!

Torniamo nelle grinfie del caldo...nel tentativo di telefonare in Italia, mi becco una botta di caldo che si rivelerà ardua da smaltire...
Pranziamo alla messicana, al Mexican & Southern Dining, e dopo un po' di sano shopping turistico, risaliamo in pullman.
La nostra prossima destinazione è il Grand Canyon Lodge, non lontano dal Grand Canyon National Park, che avremo la possibilità di vedere sia da altezza-naso (dai frequentatissimi posti panoramici che si affacciano sul buco del Colorado) sia, il giorno seguente, con gli occhi di Dio.

L'assaggio che ci prendiamo del Grand Canyon, da altezza-naso, ci lascia senza fiato.
Per la prima volta ci troviamo davanti un'immensa distesa di rocce e alberi e dislivelli di 1200 metri al quale nessuna foto, nessun filmino, nessun poster e nessuna descrizione minuziosa o appassionata può rendere onore.



La natura ha creato qualcosa di impensabile da una mente terrena. Senti quanto sei piccola e quanto ipotente anche: la tua voce si perde immediatamente. Non c’è eco. Troppo infinitamente grande è lo spazio che ti separa dalla sponda di terra successiva, davanti a te.



Non c’è un posto simile a questo sulla terra e non c’è verso di staccare gli occhi da quanto ci troviamo davanti.
Ad oggi passo, lungo il camminamento, scattiamo foto. Un seplice albero o un arbusto in primo piano rispetto al canyon ci fanno apparire tutto stupendo e da fermare in un click. Così è, e così facciamo tutti.
Dopo un paio d’ore trascorse dinanzi a una delle sette meraviglie del ondo, torniamo al pullman e da lì al lodge che ci ospita per la notte.

Ormai fa freddo, anche l’altitudine (circa 2000 mt) fa la sua parte e si fa sentire al di sotto della giacca a vento.
Domani ci aspetta il volo sopra il Grand Canyon, la Monument valley e il Lago Powell...

Lo spettacolo continua...

09 novembre 2007

ABBIATE FEDE...

Ne ho molta anche io nei potenti mezzi tecnologicamente avanzati delle compagnie telefoniche...
Sono ancora in attesa della linea telefonica e, di riflesso, della connection to the net, per questo il racconto degli honeymooners tarda tanto ad arrivare.

Abbiate fede, dicevamo...
prima o poi (di 'Sto passo prima poi che prima) ce la farò!

Kisses

01 novembre 2007

LA-Phoenix-Scottsdale (attraverso i deserti della California e dell'Ariziona)

08/10/2007

Il primo giorno di viaggio su strada si dipana tra Los Angeles, Phoenix e Scottsdale. 594 km su sei ruote.
L'uscita da Los Angles è ardua; sembre di essere sul raccordo anulare di Roma all'ora di punta. C'è chi dorme, chi osserva...

Usciti dal caos dei 200 km di auttostrade dentro LA, attraversiamo lande desertiche lunghe e calde, dove incrociamo tante macchine, per la verità, ma anche dove ci sono pochi insediamenti urbani e umani.
Dal finestrino oscurato (i pullman americani non hanno tendine parasole), si percepisce ugualmente il colore del caldo che c'è fuori.

Infatti come scendiamo per una sosta, l'afa ci invade e secca ancora di più le nostre narici, sottoposte da un paio d'ore all'azione del condizionatore.
E' strano respirare aria desertica. Non ero mai stata in un luogo torrido fino al punto di avere attorno, ai bordi della strada, sabbia, pietrine e ciottoli come accade qui.

Dopo il prnazo in un locale lungo la strada, ripartiamo, questa volta diretti e senza soste, alla volta di Scottsdale.
Transitiamo molto rapidamente per Phoenix, che è stata creata dal niente, come tante altre città americane, perchè diventasse capitale dell'Arizona. E' una città giovane, nata all'inizio degli anni '60.
E' bello, ma abbiamo poco tempo per ammirare la città; lo facciamo praticamente solo dal pullman, prima di arrivare all'albergo a Scottsdale. Anche per oggi pagheremo un po' di contributi alla Paris...

Un bagno in piscina, in una piscina a più vasche, con scivolo e cascate, un po’ di idromassaggio Iacuzzi all’aperto, con acqua calda da sembrare termale, e poi cena.

Non tocchiamo nemmeno con la punta della forchetta la pasta che, sul tavolo del buffet, vorrebbe esser mangiata da noi italiani...
Qualcuno del gruppo la assaggia, confermandoci la non bella figura che, in bocche esigenti come le nostre, poverina dà di sè!

Nel frattempo iniziano i contatti tra noi, vacanzieri praticamente tutti honeymooners, sedendoci al tavolo insieme e chiacchierando...
Iniziamo a vedere che rappresentiamo praticamente tutta l'Italia...
Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia, Campania, Emilia Romagna...e la cosa è bella e divertente!

Il caldo ci accompagnerà per tutto il resto della serata; ci dimenticheremo ben presto della sensazione del non avere niente addosso e avere caldo.

27 ottobre 2007

GOLDEN PARADE - West Coast - 7/19 ottobre 2007

Ho pensato di fare il punto di questi 12 giorni americani.
Nello scompartimento dei ricordi vacanzieri del mio cervello, reparto extraeuropeo, ci sono tante immagini, tanti flash, tanti volti e tante voci.
Momenti di coppia e momenti di gruppo. Divertimento e stanchezza, panorami dall’alto e da terra…
Faccio il punto, e per farlo parto dall’inizio.


07/10/2007
Siamo all’aeroporto di Roma Fiumicino in attesa dell'imbarco, seduti in una fila di sedie vista pista.
Decolli in successione di ogni compagnia aerea per chissà quali destinazioni.
Qui nel mondo dell'intercontinentale e del duty free si respira sempre un'aria diversa dalle altre sale d'attesa...


Tutti sembrano essere più calmi, più contenuti, più pacati. Noi, invece, non ci sentiamo assolutamente inibiti. Parliamo, ridiamo, commentiamo lo standard dei negozi da questa parte del muro, la gente che passa…
C'è emozione tra noi: non ci sembra ancora per niente di essere quasi in volo per il viaggio di nozze. Il nostro questa volta.

Non ci rendiamo ancora conto di essere marito e moglie, in realtà.
Guardandoci le mani, vediamo due anelli uguali, due cerchi d'oro giallo che segnano il nostro stato, lo rendono esplicito al mondo. Mi piace questo segno.
Marco si sfila l'anello, legge dentro e dice:"sei tu Maria Chiara? Buono a sapersi!". Ridiamo come due bambini, alzando il tono delle nostre risate per sdrammatizzare il silenzio ovattato e quasi austero del terminal C di Fiumicino.

La settimana a casa, dopo il wedding e fino ad oggi, ci ha fatto perdere la sensazione del tempo, dilatato i giorni e le ore. Ci sentiamo sposati da più di 8 giorni, e invece...
Contemporaneamente non realizziamo di esser diventati una famiglia…ancora una volta la percezione del tempo ci trae in inganno!
Siamo veri e propri honeymooners. Così dice il vaucher (?) del tour grazie al quale domani potremo salire su uno specifico pullman per il tour di 13 giorni!

In breve (mica tanto...aspetteremo quesi tre ore) ci imbarchiamo e prendiamo posto in quello che diventerà il nostro angolo d'aereo per 9 ore e 30.
Abbiamo 7735 kilometri fino a Cincinnati, da dove prenderemo il volo per Los Angeles.
L'aereo è pieno (praticamente solo di americani) ma silenzioso e tranquillo.

Siamo già a 6800 metri, a -28°C e a vedere le nuvole dal finestrino ora sembra di essere in un quadro 3D. Non mi era mai capitato di trovarne così tante e di così tante forme.
Dopo un po' le nuvole passano, e sotto di noi, solo il mare, increspato.

Saliti ancora di quota, a 10058 mt, l'oceano sembra immobile e le nuvole appaiono piccole e attaccate all'acqua.
Per adesso abbiamo "ballato" poco, nonostante il passaggio sull'Atlantico.
Siamo a poco più della metà del percorso e non sembriamo ancora accusare la stanchezza.
Dormo durante il secondo film trasmesso.. dormo e bene!
Sono l'invidia di mia mamma, in questi casi, lei che se non è coricata, al silenzio e nella penombra (almeno), non chiude occhio!

Dopo un’estenuante attesa a Cincinnati e un altrettanto lungo e noioso volo tra qui e LA, atterriamo in California.
Davanti a noi un simpatico americano ci dice in un altrettanto simpatico italiano storpiato che ci aspetterà in quel preciso punto per accompagnarci alla navetta e arrivare così in albergo.
Sbrighiamo velocemente, per fortuna, il recupero bagagli e in pochi minuti siamo in albergo.

Per nostra "sventura", stanotte alloggeremo al Los Angeles Airport Hilton
Contribuiremo al fondo pensione in età da lavoro di Paris… ma chissenefrega!


Questo abbiamo trovato e questo dobbiamo tenerci!
Dice che chi si accontenta gode. Verifichiamo se tale assioma è attendibile!

E’ tutto bello, tutto da film.
Siamo in America.


Iniziamo con una cena leggera, a base di fast food (avremo poi tempo per migliorare la qualità e per disintossicarci una volta in Italia!).

Siamo stanchi, ma riusciamo lo stesso a immetterci rapidamente nel fuso della west coast, per cui andiamo a dormire relativamente tardi, per gli USA, ma tardissimo per noi,di primo mattino.

Domani partiremo per la prima tappa del tour, da Los Angeles a Phoenix, viaggiando per circa 600 kilometri attraverso il deserto!
Vogliamo vedere dai finestrino del pullman e non dormire!

23 ottobre 2007

RITORNO - estemporaneo- ON LINE

(Trattasi di estemporaneo contatto con la rete, gentilmente offerto dalla linea telefonica dei miei genitori, non essendo la nuova famiglia costituita, da me al 50% composta, ancora in possesso del digitale)

Che dire…
Dal 29 settembre ad oggi sono successe tante cose, la più rilevante delle quali “mi sembra possa essere” il fatto di esser diventata la moglie dell’uomo della mia vita. (Lo si evince anche dalle foto del post precedente!) :-)
Siamo al 23 ottobre…quasi un mese è passato dal giorno del sì e mi sembra molto di più. Un’altra volta la percezione del tempo mi trae in inganno.

Secondo poi, con lo stesso uomo di cui sopra, una settimana dopo la costituzione della nostra famiglia siamo partiti per gli States.
Siamo andati a vedere se davvero sono così come dicono, se davvero ‘st’American dream è così da sogno come abbiamo sempre visto e sentito in tv, se davvero è!



Ed effettivamente…è stato bellissimo; la natura che abbiamo trovato lì, che nell'immaginario collettivo dei non americani corrispende a Grand Canyon, Bryce Canyon, Monumet Valley e Lake Powell, si è dimostrata indescrivibile.

Nessuna riproduzione da tecnologia in possesso del genere umano, a n mega pixel, può rendere l’idea della maestosità, della bellezza, della grandezza, del mistero, della spiritualità di Madre Natura. Come sia stata possibile la creazione di cose del genere, è difficile da comprendere per le nostre menti umane e limitate.

Di vero e proprio spettacolo si tratta. Di vera e propria emozione si parla, da riuscire a vivere solo live, là, affacciati al parapetto, a contatto di occhi e naso, nonché di orecchie, per assaporare un silenzio invadente e assordante che fa prendere coscienza, ancora e per l'ennesima volta, della nostra piccolezza di persone.



C'è troppo da dire e da raccontare per poterlo chiudere dentro a un solo post, in poche e righe e in due foto.
C'è da organizzare le idee, i pensieri, i ricordi e le immagini che, dopo due settimane di west cost, si accavallano e ti si spalancano davanti agli occhi!

Tornerò. Chiamerò a raccolta i miei pensieri e racconterò e descriverò.
Troverò una direzione e la prenderò.

25 settembre 2007

TANTI VI AMANO...


...e vi ci voleva un matrimonio per capirlo.

Non si tratta solo di chi ha detto che "sì, certo che ci saremo!", di chi vi ha fatto un regalo, un regalone o anche un regalino.
Si tratta anche di loro ma anche di chi non sapevate avesse saputo e che quando vi vede vi salta al collo e sembra essere più felice di voi.
Voi siete felici, felicissimi, ma a volte vi capita chi vi dice di esserlo per voi, tantissimo, e non potete che credergli e pensare quanto VERAMENTE felice sia per voi.
Glielo leggete in faccia e non ci sono santi. E' così.
Si tratta di gente come questa ma non solo.

Qui si tratta soprattutto di gente che ha deciso di fare 10.000 kilometri per condividere con voi un giorno così speciale, così unico e irripetibile.
E' gente matta. Matta di gioia e di vita. Con la quale vi divertite, qualcunque cosa si dica e si faccia. Ovunque ci si trovi.

E' gente argentina, che accompagnate all'aeroporto a inizio giugno, salutandola con il cuore stretto, non sapendo se la rivedrete e quando e che vi ritrovate a riprendere, allo stesso aeroporto, in una scena riavvolta, già vissuta ma con questa volta la gioa del ritorno!

Tanti ci amano, ma ci voleva un matrimonio per capirlo.
Da adesso in poi non ce ne dimentichermo!

24 settembre 2007

Non ti rendi molto conto...


Non ti rendo molto conto di quello che ti succede attorno, di quello che ti dice la gente, di quello che ti dice il tuo quasi marito, DI QUELLO CHE TI DICE IL TUO CERVELLO!

Tutti ti baciano, ti salutano, ti augurano; il tuo quasi marito ti parla, ti chiede, ti dice e tu fraintendi tutto, non capisci, ti senti non capita, fraintesa e ti chiedi com'è possibile che negli ultimi giorni così spesso discutete da sembrare due stranieri, parlanti due lingue diverse.
(in realtà due lingue diverse le avete sempre parlate, il maschile e il femminile, ma quanto viene fuori questa differenza in questi giorni!!!).

Adesso, a differenza di poco tempo fa, vorresti che i giorni fossero di 10 ore, per non fare certe cose e poter dire 'mi dispiace, non ho tempo, non possiamo farlo!'.

Invece non è così, e quindi ok.
Non è così, non puoi chiudere dietro una porta tutti i bacinti che incontri, e quindi ok.

Poi pensi che tra 5 giorni ti sposi e dentro di te cambia tutto.
Nonostante tu voglia misurare il lavoro e la fatica, i giri e le chiacchiere, sei contenta e non vedi l'ora.
Non vedi l'ora di iniziare tutto quelloo che c'è dopo il 29 settembre!

23 settembre 2007

-6

Lo so che posso sembrare (in realtà lo sono...) ripetitiva, ma in quetsi giorni di countdown è una continua scoperta di cose che sto facendo e che tra una settimana continuerò a fare...ma da donna sposta, da moglie di un uomo, da 50% di una famiglia che sarà mia e sua...nostra.
La sensaizone non è indifferente, non è da poco.
Non mi lascia indifferente, no mi sembra da poco.

La mia vita sta per cambiare. In meglio. Lo so, è come se l'avessi sempre saputo e più mi avvicino...ci avviciniamo al momento del cambiamento, più ne siamo convinti e contenti.

Non vedimao l'ora di iniziare e continuare per tutta l vita!

16 settembre 2007

-13 AL LANCIO


Siamo a -14.
Me ne rendo conto dal calendario. Dal fatto che la gente mi chiama "la sposa". Dal fatto che arrivano i regali della lista a casa e facciamo un insolito Natale a settembre. Dalle mie zie, che da Genova, a scadenza regolari (più o meno settimanalmente) mi scrivo SMS tipo "cosa succede tra due settimane?".
Dal fatto che da un po' di tempo, e a intervalli sempre più ravvicinati e intensi, mi pesa far la spola tra casa mia-casa sua-casa nostra futura.
Sempre con la valigia pronta, sempre non sapendo dove dormirò due notti dopo.

E' bello, però. Stupendo. Indescrivibile. Irripetibile.

Giorni fa pensavo che questi sono gli ultimi 15 giorni da nubile della mia vita.
Niente di tragico, non è un countdown funebre...solo una constatazione di un certo peso.

In fin dei conti la mia vita sta per cambiare; non sarò più Maria Chiara ma MariaChiaraMarco.

...and it sounds good! Very good!

11 settembre 2007

CANZONI NELLA TESTA

Ultimamente ho nella testa e nella voce una canzone di Elisa che a un certo punto dice

"...E MIRACOLOSAMENTE NON
HO SMESSO DI SOGNARE
E MIRACOLOSAMENTE
NON RIESCO A NON SPERARE
...
E SE C'E' UN SEGRETO
E' FARE TUTTO COME
SE VEDESSI SOLO IL SOLE

UN SEGRETO E' FARE TUTTO
COME SE
FARE TUTTO
COME SE
VEDESSI SOLO IL SOLE
VEDESSI SOLO IL SOLE
VEDESSI SOLO IL SOLE

E NON
QUALCOSA CHE NON C'E'..."

La sento e la risento, e continuerei ad ascoltarla.

Ieri sera, dopo una giornata lunga 14 ore, alle undici inoltrate, dopo la doccia e già in pigiama, in quei momenti che precedono l'entrata sotto le coperte e che hanno un non so che di agitato, ho deciso che accendere lo stereo e mettere, a volume non troppo basso devo dire, queste parole.
Mi avrebbero aiutato a staccare il cervello, ho pensato, per cui le ho messe!
Vicino potevano essere già a letto...
Pazienza, per meno di cinque minuti me ne sono voluta fregare...e comunque era musica, alle 23 passate, d'accordo, ma musica...non, come qualche sera fa verso mezzanotte, un tentativo di sbloccare l'inferriata di ferro, con un cacciavite.

(Ebbene sì. Io ero lì, nel mio bel lettino, e ho iniziato a sentire rumori del genere...e non ho certamente pensato ad una vicina di casa un po' originale, che aveva deciso di fare questi mestieri a certe ore...
Mi sono immaginata di tutto e anche di più, cercando di capire da che parte del giardino potevano essere i ladri, che nel frattempo nella mia mente avevano assunto dimensioni, facce, intenzioni, eccetera...
Il tutto, ovviamente, condito di agitazione in aumento!
Poi, alla fine di 5 interminabili minuti, ho sentito una chiave girare bella spedita in quella cavolo di toppa e ho capito che era la vicina di balcone! E checc...!!!)

Così me ne sono fregata, ieri sera, e mi son sentita tutta la canzone fino in fondo; sono stata anche tentata anche di far rifare al lettore un secondo giro di traccia...
Alla fine, lasciato cadere l'intento, me ne sono andata a letto e buoanotte!

Cmq anche ora, pur non avendo nessuna musica on the air, sono qui che me la canticchio e me la suonicchio per i fatti miei, questa bella canzone di Elisa...
Quando si dice una canzone che entra nella testa...!

08 settembre 2007

-21


Sto vivendo i miei ultimi 21 giorni prima di cambiare stato civile e sposarmi.
E lo so che sono monotematica, da un po' di tempo a questa parte, ma è un qualcosa di inspiegabile lo stato d'animo che ci si ritrova dentro in momenti come questo.

Mai provato prima d'ora, farò il possibile perchè rimanga un'esclusiva; vorrò solo ricordarlo, a distanza di anni, insieme a Marco.
Ti rendi conto di cosa ti stia capitando, ma fino a un certo punto, grazie anche ad una serie di fattori pratici.

Dal fatto che da qualche tempo sborsi soldi per arredare casa, per comprare questo e quello.
Dal fatto che la gente ti chiama per sapere come stai, dove avete fatto la lista e per farti notare che il countdown è ormai in atto....da mò!
Dal fatto che sei tu e non una tua amica che a inizio anno sì è andata a provare un vestito bianco, che riproverai tra qualche giorno "per l 'ultima prova" e che, sembra brutto ma è così, quasi non ricordi più come sia fatto.
Dal fatto di avere la settimana precedente al W-Day libera dal lavoro (deo gratias!) ma già piena di cose da fare e già sai che se scommettessi 1000 euro sull'arrivare più stanca di altri giorni normali, a fine settimana, vinceresti certamente.
Dal fatto che quando ti fermi a pensare che il 29 settembre ti sposi, te ne rendi conto un po' più di qualche mese fa, perchè pensi che non vai "a un matrimonio": quello sarà il TUO matrimonio, il VOSTRO matrimonio e allora le prospettive di quel giorno, e soprattutto del dopo, saranno un tantino differenti!

Mentre scrivi sei ad un mese dalla partenza per gli States, una settimana dopo the wedding.
Avrai davanti due settimane di tour in cui la tua unica fatica sarà tenere gli occhi aperti per vedere il più possibile dell'oltreoceano; due settimane di vacanza con Marco, simili a qualcuna delle precedenti, forse, perchè sarete tu e lui, ma capovolta certamente perchè sarete una famiglia...e quello, cazarola, sarà il vostro viaggio di nozze, la luna di miele, la vostra honey moon!!!

Non si riesce a spiegare cosa cavolo suscita dentro, nel seminterrato del cuore, questo pensiero.
Cacchio, ora non sei più una ragazzina, non sarà più che c'è chi ci pensa, chi lava, chi stira, chi prepara, chi lavora per te. Ora sarai tu, con lui, a gestirti la casa e la vita.
Ne sarete capace, ma veramente bene? Veramente come vorrete?
Non lo sai, ancora no, ma certamente imparerete con più o meno tempo, con più o meno difficoltà, con più o meno errori, a cavarvela.

E anche se non sai tante di queste cose, sei qui che non vedi l’ora di cominciare!

05 settembre 2007

GIORNATE...PIACEVOLMENTE DELIRANTI!



Da tre giorni i miei orari sono i seguenti:

uscita da casa ore 07.15;
rientro (in un caso su tre) circa alle ore 18;
ri-uscita praticamente immediatamente successiva;
ri-entro a casa tra le 20 e le 20:30.


Posso resistere così fino al 28 settembre?
No!
Per furtuna mia e di chi mi sta vicino, il 21 settembre saluto tutto l'ufficio e arrivederci al 24 ottobre, se semo visti...ma ragazzi, che roba...!
Già durante le ore lavorative dovrei adottare delle scarpe con roller blade incorporati per muovermi più velocemente in ufficio, visto che ultimamente è una corsa continua; quando poi arrivo a casa, prima di ri-uscire, o quando la giornata continua in giro, senza ripassare da casa, contino a correre senza sapere quando arriverà la fine.

Per fortuna, a una certa i negozi chiudono e se non te ne vai di tua spontanea volontà, ti ci mandano loro fuori dalla porta a vetri scorrevole, altrimenti penso che io e lo sposo ci perderemmo per i meandri dei negozi di valige, di tende, di complementi d'arredo!

Però c'è da dire che è un momento troppo bello: intenso, faticoso, stancante ma meraviglioso.
Completamente diverso dagli anni precedenti di fidanzamento, nonostante tutto diverso anche dai mesi scorsi, in cui x esempio i discorsi erano gli stessi (=pratici).

Ora le cose hanno un'altra prospettiva; è come se avessimo di più la consapevolezza che oltre lo sperare che quel giorno non piova, ci sia il sole, non faccia freddo, non cada l'acconciatura, non si rompano i tacchi delle signore (tanto meno i miei e della mamma e delle testimoni!) eccetera, conta che chi sarà lì a festeggiare con noi si senta accolto e contento.

Dopo, ovviamente, saremo noi "a farci il mazzo", alle prese con la vita matrimoniale reale, ma quel giorno niente potrà riapagare la serenità nostra e di chi sarà con noi quel giorno!
Solo così pensiamo potrà essere davvero un giorno speciale!

01 settembre 2007

AIUTO! NON SO CHI MI SCRIVE!!!!


Eccomi qua anche a me... che "bello" ritrovare altri compagni di viaggio ad augurarti un buon compleanno in ritardissimo anche da parte mia!!!!! Che vergogna eh: perdonami!!!! ma se non conosci questi amici qua un po' stralunati chi ti avrebbe fatto gli auguri oggi???? E' più bello no?!? ok, mi sto arrampicando sugli specchi e non ne verrò mai fuori quindi.... augurissimi mariachià, soprattutto per questo bellissimo periodo della tua vita che stai vivendo e che spero di condividere meglio con te, quindi tienimi aggiornata!!!!!!!
anch'io conto i giorni al fatidico 29... e come non potrei.....
Ti voglio bene!!!!!!
un abbraccio immenso....
Simo



...non so se considerarmi un'amica snaturata o cosa, so solo che leggendo questo commento al post di giovedì 30, firmato semplicemente Simo, mi sono trovata in difficoltà.
Quale Simo mi venne a trovare nel mio bilocale digitale?

Suppongo sia una ragazza, per una serie di ragioni:
un maschio è difficile che si firmi semplicemente Simo;
un maschio non conta i giorni che mancano al matrimonio di un'amica (di amicizia si parla, perchè nel mio parentado non ho Simoni/e!!!) e se lo fa non lo dice più di tanto e tanto meno su un blog;
un maschio è difficile che spari un Ti voglio bene all'amica via blog...

Forse quest'ultima possibilità è un'idea mia, che non sono mai stata esagerata nell'estranare i sentimenti, per cui un amico potrebbe anche dirmi TVB via etere, cmq, appurato mi pare che si tratti di una Simona e non di un Simone, NON HO IDEA DI QUALE SIMONA SIA QUELLA CHE HA SCRITTO!

Ne ho due in ballo, ma non riesco a sceglierne una tra le due; il tono della frase non mi aiuta, perchè entrambe potrebbero aver detto le stesse cose, più o meno; inoltre entrambe sono state invitate al wedding, per cui non posso dire che sia "quella lì" perchè parla del 29.09....

E allora? E allora niente...secondo com'è, il 29, quando me le troverò davanti, chiederò a tutte e due "Eri tu, sul blog?"

Curiosa, però, e anche carina questa cosa...!
No?

30 agosto 2007

UNO, DUE, TRE...29!


Oggi compio 29 anni.
Questa seconda decade della mia vita è passata e...ne ha passate.
Sono successe tante cose, da dieci anni a questa parte, prima tra tutte il cambiamento di città nel luglio '97.
A 19, appena maturata, scolasticamente parlando, sono scesa da Genova ai Castelli Romani con tutta la famiglia.

Ricordo ancora la stuzzicante sensazione dell'arrivare in un posto nuovo, sconosciuta a tutte le persone che avrei incontrato, con l'opportunità, a scelta, di dare il meglio o il peggio di me...tanto nessuno avrebbe potuto far paragone con la me di qualche anno prima, non avendomi mai vista in precedenza.

Non so cosa ne sia venuto fuori; io ho cercato di dare il meglio di me là dove mi è stato possibile; la mia umanità avrà certamente deficitato spesso...lo possono dire i numerosi amici che qui ho incontrato e che fanno parte ormai della mia vita.

Che dire...in realtà è strano perchè quest'anno è stato fino ad ora tutto focalizzato sul prossimo 29 settembre, per cui oggi mi sembra un giorno non dico come gli altri ma quasi...
Effettivamente, pensandoci, non sono mai stata fissata con i festeggiamenti, sopratutto da bambina.

Forse contribuiva a questo il fatto che il 30 agosto nella mia famiglia era, per necessità e anche per comodità, il giorno del ritorno dalle vacanze in montagna e quindi gran parte della giornata passava in viaggio.

Pochi compleanni festeggiati "come si deve", in questi 29 anni; ricordo quello dei 7, dei 17, dei 27. Realizzo ora, scrivendo, che sembra abbia festeggiato solo le decadi a iniziare da 7...
Forte!
In tutti e tre i casi, comunque, ero in posti belli e circondata da amici: i 7 anni in Valle d'Aosta, ai piedi del Gran Paradiso, in Val Nontey, "alle Sorgenti", per la precisione; i 17 in Sicilia, vicino a Siracusa, con un sacco di amici conosciuti nel tempo di un' estate; i 27 qui ai Castelli Romani, già insieme a quello che sta per diventare mio marito...

Certamente quello di oggi, se anche non è nessun "...7", è particolare: oggi compio 29 anni e mancano 29 giorni al 29 settembre: una combinazione che ricorderò certamente come particolare!

27 agosto 2007

FOLLIA?


Perchè sposarsi?
Perchè decidere di donare a un altro essere umano la nostra vita?
Perchè ipotecare la libertà dell'unica vita che abbiamo da vivere, per stare con una persona che, per quanto conosciuta e amata, non sapremo mai, fino a quando non faremo il bilancio finale, se ci starà veramente vicino "nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, finchè morte non vi separi" come ci aveva promesso quell'incantato giorno?

Cosa scatta nel cervello di due persone per decidere di affrontare una vita insieme, non sapendo cosa questa riserverà?
Si deve essere matti da legare -e anche di una certa portata- per fare un tale salto nel buio...

Tra un mese e due giorni io e Marco ci sposeremo.
Nessuno di noi due sa adesso se saremo più felici o più tristi, più in salute o più malati, più poveri o più ricchi, più soli o più in compagnia di come siamo adesso e di come siamo stati nei precedenti anni...non abbiamo e non avremo mai la palla di vetro per vedere nel futuro.
Siamo matti? Forse sì...

Si dice che il matrimonio sia una gabbia, la fine della libertà personale, la famigerata tomba di qualcosa che chiamammo amore in un lontano passato...

Ma cosa vuol dire libertà?
Libertà di coppia, secondo me, non è poter essere liberi di dire/fare/pensare cosa si vuole come e quando si decide nonostante la presenza dell'altro... certo, è anche questo, ma spesso ci affidiamo al fatto che l'altro ci conosce, ci ha scelti, ci accetta e dando per scontato che ci ami a prescindere, ci dimentichiamo di essere caritatevoli...

Credo che libertà significhi soprattutto non avere paura di esprimere all'altro un pensiero, una necessità, un dolore, una gioia, un'idea, così come la viviamo, per quella che è.

Libertà è avere il coraggio di mostrarsi all'altro per quello che siamo, con tutto il bello e il brutto di noi.
E non è facile, perchè richiede umiltà e fiducia nell'altro, ma quando si arriva ad essere vermanete liberi in questo senso, le cose acqistano una dimensione superiore.

Se sono libera di esternare qualcosa di mio e di presentarmi così come sono, da persona intera, mi pongo nell'ottica di accettare qualsiasi aspetto dell'altro, di qualsiasi entità esso sia.

Donando la mia vita all'altro, poi, non perdo la mia libertà personale; mi auto-precludo nuove possibilità di relazioni affettive con altri in questo mondo, è vero, quindi tecnicamente la mia libertà...o meglio, il mio impulso di libertismo ne risente (dal momento che il matrimonio prevede fedeltà a quella persona), ma donandogli la mia vita e rinunciando a tutti gli altri, la mia libertà si amplifica, perchè quella che gli dono mi ritorna, arricchita dalla sua, avendo lui ha fatto la mia stessa scelta nei miei confronti.

L'amore, anche nel matrimonio, è amare l'altro...semplicemente come noi vorremmo essere amati.
Sant'Agostino diceva "Ama e fà ciò che vuoi".
Se amo e agisco per amore, non posso che pensare di fare cose buone a chi mi sta vicino...per primo mio marito o mia moglie, vicino al quale ogni mattina mi sveglio...o mi sveglierò!

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