27 gennaio 2009

NON CE LA POSSO FARE

Il marito preferito ha democraticamente preso possesso del divano 3 posti occupandolo in tutta la sua lunghezza. Telecomando in mano, è passato dal tiggì a 8 e mezzo per arrivare adesso su Ballarò.
In questo momento c'è Crozza, che tira un po' su il morale, ma con Alemanno e Castelli come ospiti urlanti cretinate, nel migliore dei casi, non ce la posso fare, no.
Non questa sera, che son tre giorni che ho il raffreddore; non stasera, a tre giorni dalla scadenza del contratto e dalla fine sempre più concreta del lavoro grazie ai tagli al personale; non stasera che...devo continuare?

Le opzioni sono due: o me la giro per inFernet e cazzeggio dove mi porta il click o prendo armi e bagagli e mi tuffo sotto la trapunta con un bel libro in mano, che i vantaggi sono pure plurimi, uno per tutti iniziare a scaldare la busta per marito preferito...

23 gennaio 2009

MOMMY JOB

Leggo sul Repubblica.it, gironzolo per i link, mi lascio attirare dal titolo, a volte dalle foto. E' il mio giro di notizie quotidiane, lavorando in un posto dove non c'è internet senza password e c'è la paura che a leggere 5 minuti di notizie in pausa pranzo, si rischi qualche richiamo (e io non ho nemmeno la password, quindi il problema non si pone!).
Girando, poco fa mi sono imbattuta su un articolo circa un argomento a dir poco assurdo, l'ennesima invenzione dei chirurgi plastici per far fronte ai "problemi" post partum delle madri che devono fare i conti con i cedimenti e le impronte lasciate dai figli nei 9 mesi di gestazione.
Via la pancia rilassata, le smagliature su addome e didietro, su il seno cadente per l'allattamento, piallaggio dei depositi adiposi sulle gambe...
Non ho ancora figli ma ho esempi di persone che ne hanno fatti, ne continuano a fare e non si sono mai fatte passare per la succursale dell'anticamera del cervello di farsi piallare da un chirugo per tornare come prima del figlio, evitando così di essere mamma anche nel corpo.
Non c'è nente d più bello che vedere una madre normale, con dei segni normali addosso che il bambino, che le gira attorno sulla spiaggia col secchiello e la paletta in mano, le ha lasciato come ricordo. Sarebbe davvero materna una madre manichino con dei figli attorno? Non dico di lasciarsi andare a diventare balene, ma nemmeno farsi prendere dalla frenesia...

Mia mamma ha le impronte mie e di mio fratello. Anzi, dirò di più: la "fregai" già prima di venire al mondo. Avendo visto infatti che la gravidanza di mio fratello le aveva disegnato smagliature sulla pancia, rimasta incinta di me si premunì, spalmandosi abbondanti dosi di crema antismagliature proprio lì, sull'addome. Io, invece, come solitamente i bebè femmina fanno, feci allargare "tutta" mamma non solo sulla pancia...così lei si ritrovò con le smagliature sul didietro!
Non so se davvero ne vada orgogliosa, a distanza di anni, ma quel che è certo è che non le dipiace pensare al motivo per cui le sono venute e non se ne sono più andate!

21 gennaio 2009

20 GENNAIO 2009 - ore 23:42


Ho pensato ad Obama tutto il giorno, l’ho pensato come si pensa a qualcuno che si conosce e che sa in quel momento di essere pensato.
Non sono riuscita a fare altro durante la giornata. Lavoravo e pensavo a lui e alla sua famiglia, a sua moglie e alle sue figlie, alla missione che li aspetta, al mondo che si aspetta tanto da loro.
Arrivata a casa, la sera, ho visto quanto restava della diretta del suo discorso inaugurale subito seguito, qui in Italia, dal Tg3 nazionale.
Prima notizia, ancora lui al giuramento, con la splendida Michelle e le due figlie vicine. Lui applaudito, osannato, proiettato, concreto, coraggioso, fiducioso ma non retorico verso il futuro e il difficile che da domattina si troverà davanti.

(...)Oggi vi dico che le sfide che affrontiamo sono reali. Sono serie e sono molte. Non saranno vinte facilmente o in un breve lasso di tempo. Ma sappi questo, America: saranno vinte(...).
In questo giorno, veniamo per proclamare la fine delle futili lagnanze e delle false promesse, delle recriminazioni e dei dogmi logori, che per troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica(...).
Perché ovunque guardiamo, c’è lavoro da fare. Lo stato dell’economia richiede azioni coraggiose e rapide, e noi agiremo: non solo per creare nuovi lavori ma per gettare le fondamenta della crescita. Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche, le linee digitali per nutrire il nostro commercio e legarci assieme. Ridaremo alla scienza il posto che le spetta di diritto e piegheremo le meraviglie della tecnologia per migliorare le cure sanitarie e abbassarne i costi. Metteremo le briglie al sole e ai venti e alla terra per rifornire le nostre vetture e alimentare le nostre fabbriche. E trasformeremo le nostre scuole e i college e le università per soddisfare le esigenze di una nuova era. Tutto questo possiamo farlo. E tutto questo faremo(...).
Quello che i cinici non riescono a capire è che il terreno si è mosso sotto i loro piedi, che i diverbi politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non hanno più corso. La domanda che ci poniamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funziona: se aiuta le famiglie a trovare lavori con stipendi decenti, cure che possono permettersi, unapensione dignitosa(...).
Al mondo islamico diciamo di voler cercare una nuova via di progresso, basato sull’interesse comune e sul reciproco rispetto. A quei dirigenti nel mondo che cercano di seminare la discordia, o di scaricare sull’Occidente la colpa dei mali delle loro società, diciamo: sappiate che il vostro popolo vi giudicherà in base a ciò che siete in grado di costruire, non di distruggere. A coloro che si aggrappano al potere grazie alla corruzione, all’inganno, alla repressione del dissenso, diciamo: sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia(...).
Ai popoli dei Paesi poveri, diciamo di volerci impegnare insieme a voi per far rendere le vostre fattorie e far scorrere acque pulita; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quei Paesi che come noi hanno la fortuna di godere di una relativa abbondanza, diciamo che non possiamo più permetterci di essere indifferenti verso la sofferenza fuori dai nostri confini; né possiamo consumare le risorse del pianeta senza pensare alle conseguenze. Perché il mondo è cambiato, e noi dobbiamo cambiare insieme al mondo(...).
Le nostre sfide possono essere nuove, gli strumenti con cui le affrontiamo possono essere nuovi, ma i valori da cui dipende il nostro successo - il lavoro duro e l’onestà, il coraggio e il fair play, la tolleranza e la curiosità, la lealtà e il patriottismo - queste cose sono antiche. Queste cose sono vere(...).
Questa è la fonte della nostra fiducia: la nozione che Dio ci chiama a forgiarci un destino incerto. Questo il significato della nostra libertà e del nostro credo: il motivo per cui uomini e donne e bambine di ogni razza e ogni fede possono unirsi in celebrazione attraverso questo splendido viale, e per cui un uomo il cui padre sessant’anni fa avrebbe potuto non essere servito al ristorante oggi può starvi davanti a pronunciare un giuramento sacro(...).
Che i figli dei nostri figli possano dire che quando fummo messi alla prova non ci tirammo indietro né inciampammo; e con gli occhi fissi sull’orizzonte e la grazia di Dio con noi, portammo avanti quel grande dono della libertà, e lo consegnammo intatto alle generazioni future.


Dopo queste belle immagini e notizie, il tg proseguiva con la politica italiana.
Quanta meschinità, limitatezza, mediocrità, falsità, incompetenza e chiusura mentale e concreta di stare al mondo.
Un abisso tra Obama e Berlusconi, una levatura completamente diversa, due pianeti diversi che più lontani non potrebbero essere.
Vedremo quanto saprà fare Obama, certo, ma anche quanto saranno capaci di lasciarsi ispirare e, perchè no, guidare da un uomo simile gli altri governanti del mondo.
Sarkozy ha già detto che non vede l’ora di cambiare il mondo insieme a lui, da noi chi comanda s'è limitato a fare gli auguri.
C'è già una bella differenza di approccio...

18 gennaio 2009

U2 PER OBAMA

Riporto un articolo del New York Times.
Martin Luther King ha certamente sorriso oggi, da lassù...



U2 | 4:16 p.m.

Before starting off “In the Name of Love” with his U2 band mates, Bono referenced Martin Luther King’s famous “I Have a Dream” speech, which he said was delivered “43 years ago.” He then quickly recovered, saying 46 years ago. (The speech was delivered in August 1963.)

He went on to say the new president’s election was, in addition to an American Dream, also an Irish dream – appropriate for a Dublin-born lad – but also “a European dream, an African dream, an Israeli dream.”

After a pause, he finished, “And also a Palestinian dream.”

Before the end of the band’s two-song set, Bono thanked Mr. Obama for putting “City of Blinding Lights” on his campaign soundtrack, calling it “a thrill for four Irish boys.”

The band, of course, then closed with that song.

16 gennaio 2009

SATELLITE OF LOVE - UNCHAINED MELODY

Quando guardo queste immagini mi catapulto con orecchie, occhi e tutto quello che ho sul secondo anello dello stadio delle Alpi di Torino dal quale, in una caldissima notte di luglio del 1992, gustai fino in fondo un concerto da 60.000 persone degli U2.
Affascinante voce di Bono, ipnotizzante chitarra di Edge.

Avevo 14 anni e mi sentivo all'avanguardia rispetto alle mie compagne di scuola, il cui massimo della trasgressione l'avevano raggiunto andando al concerto di Marco Masini al palazzetto dello sport di Genova.

Io, invece, comprando il bilgietto per lo ZOO TV Tour all'insaputa dei miei ma con la rassicurante scorta di fratello maggiorenne e ben 2 cugini maschi al seguito disposti a difendermi fino alla morte da ogni tipo di pericoli, mi ero spinta a Torino a vedere la rock band più famosa del mondo.

Quella sera Luciano Ligabue e la sua band fecero da gruppo-spalla a Bono&Co; la prima cose che disse, dopo Balliamo sul mondo, fu "...mò siete venuti qui a veder gli U2, non vogliam di certo rompervi i maroni...!", entrando subito nelle maniche -corte, per altro- di un pubblico già esaltato.

Il giorno dopo, in un'intervista su Repubblica, si venne a sapere che lo stesso Ligabue nel 1988 era a Modena, tra il pubblico, a vedere gli U2 nel The Joshua Tree Tour, chiedendosi se mai fosse arrivato a suonare su qualsivoglia palco.
Quando si dice la forza dei sogni...



10 gennaio 2009

VOGLIO OBAMA PRESIDENTE (in Italia)

"(...) Vede, io la penso in questi termini: la cosa più importante è che cosa serve a ottenere il risultato voluto. Questa è l'ottica dalla quale io considero ogni cosa. È creare tre milioni di posti di lavoro o salvare tre milioni di posti di lavoro? Ci stiamo preparando? Stiamo gettando le fondamenta della nostra indipendenza energetica? Stiamo riducendo le spese della nostra assistenza sanitaria, che sono di importanza cruciale per affrontare il nostro deficit sul lungo periodo? Stiamo creando un sistema scolastico di prima classe? Queste sono le mie priorità assolute".

"(...) Io credo che sia importante non vivere in una bolla. Quindi bisogna essere aperti alle informazioni che arrivano da fuori, in particolare le critiche. Io leggo di rado la stampa, ma spesso leggo la "cattiva" stampa, non perché sia d'accordo con quella, ma perché voglio capire in quali aree sto agendo male e dove posso migliorare".

(Intervista a Barack Obama - La Repubblica, 9 gennaio 2009)

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/obama-presidente-4/intervista-nyt/intervista-nyt.html

09 gennaio 2009

CAMBIAMENTI

Vado a trovare i miei amici, quelli digitali e quelli in carne e ossa: c'è chi parla già di estate e la vorrebbe addosso, chi resta ancora impelagato in pensieri natalizi, chi deve ancora smontare l'albero dal'anno scorso dopo averlo tenuto montato 365 giorni , giuro (e non è detto che anche per quest'anno non bissi la performance), chi ha già smontato baracche e burattini natalizi il 5 gennaio "perchè tanto non avevamo invitati per il giorno dopo", chi parte per l'oltre oceano argentino in vacanza, chi è a letto con la febbre, chi programma settimane bianche...

Io parlo solo di cambiamenti importanti che stanno arrivando e che hanno date precise, di desideri di cambiamento importantissimi nella cui ricerca siamo impegnati io e il marito preferito, di necessità di cambiamenti molto più prosaici a breve, cioè andare a dormire, chè se stasera non cambio la posizione che tengo da questa mattina alle 6.15, esplodo!

04 gennaio 2009

PROFEZIE MATTUTINE

Venerdì 5 gennaio ore 07,20: il mio marito preferito, ancora in licenza, mi accompagna alla metropolitana. Siamo in macchina, a un tiro di schioppo da San Pietro.

"Che c'è?" mi chiede, vedendomi muta come sempre a certe ore, sprofondata nel sedile e con la sciarpa fino al naso
"Non ne ho voglia..." rispondo, dopo 8 giorni di vacanza
"Coraggio, è come quando da bambini si tornava a scuola: all'inizio arrivavi svogliata, poi ritrovavi gli amichetti, due chiacchiere e tutto tornava come sempre...".

Predetto-fatto!
Nel giro di un'ora ero a destino, con i primmi colleghi un po' assonnati attorno, e la profezia del marito preferito che si realizzava.
Per come stanno andando le cose, penso proprio che avrò bisogno degli stessi incoraggiamenti domani mattina, stesso posto, stessa ora!

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