28 luglio 2009

CHE FATICA!

Fregene, oggi, ore 14.30

sono al mare, gambe al sole e il resto all'ombra, nel momento clou della giornata. nello stabilimento oggi c'è la calma da villaggio turistico per famiglie quando i bambini dormono, l'unico rumore è quello delle onde del mare, unito al tintinnio metallico delle cime che sbattono sugli alberi delle piccole barche a vela tirate a riva. rumori che ninnano la mente, infatti suocero e suocera sembrano esser già stati intrappolati dalla morsa del sonno estivo sul lettino. ombrellone, tettuccio a far ombra sul viso, panza all'aria e il gioco è fatto!
là il mare calmo brilla per il sole quasi perpendicolare ma il venticello fa la sua porca parte e si sta che è una meraviglia! ho compassione per chi è rimasto in città e ora starà sicuramente boccheggiando...stato in cui anche noi, fino a ieri, ci trovavamo e dove torneremo già da questa sera. quella di oggi è una parentesi di 24 ore.
improvvisamente una canzone di Giusi Ferreri: non è una suoneria di cellulare, deve proprio essere una radiolina ed io non ne sono per niente contenta: ci sono poche voci, nell'universo vocale italiano, che mi urtano come la sua. non ci posso fare niente, non la sopporto e basta. a parte questo, sto proprio bene: la fatica maggiore è muovere la mano per scrivere sul taccuino, spostare le pupille per seguire la penna sul foglio quadrettato, pensare e passare su carta i pensieri.
che vita ragazzi!

23 luglio 2009

TILT


il caldo mi manda in tilt. mi si ferma l'attività cerebrale, i pensieri si incollano, affondano nella materia grigia che per l'occasione è diventata vischiosa come catrame dell'ultimo piano di un palazzo a mezzogiorno. non riesco a vedere attorno a me, a cogliere dettagli evidenti che mi circondano, nemmeno le persone: mi passano vicino e non le vedo. le sento solo se mi scontrano e il loro calore si mischia col mio per un secondo. allora sì: le vedo e mi scosto, lascio libera il prima possibile la pelle da occlusioni. ho poca forza di parlare, rasento i muri per camminare senza sole addosso. aspetto il semaforo verde posizionata sotto il palo d'ombra proiettato dal palo vero del semaforo. passo vicino a giardini sotto l'effetto dell'impianto di irrigazione e vorrei scavalcare muri, muretti e cancelli per buttarmici sotto. vestita di tutto punto, che magari il fresco dura più a lungo, poi. boccheggio camminando e cammino boccheggiando, aspettando solo il momento in cui, arrivando in una casa che sembra fresca, mi potrò trogliere i vestiti, bagnarmi con acqua e bere. anche il lino puro al 100% dà fastidio, in questi torridi giorni di estate romana. neanche l'aria condizionata aiuta. anzi, peggiora. salgo sul treno e dopo la botta al cuore, vivo. il tempo di rimettersi a vivere, però, e la fermata è lì, è la prossima. scendo e ancora prima di essere fuori dall'androne della stazione, un'ondata di calore mi investe, lasciandomi senza fiato e così, nel giro di un secondo, passo dal mondo secco e asettico dell'air conditioning, all'appicicoso, polveroso, pieno di umanità e snervante caldo di città.

18 luglio 2009

NELLA DONNA C'E' UN DIFETTO....

mi è arrivato per le mani nel fluttuare della rete....

Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari.
Apparve un angelo e gli chiese:”Come mai ci metti tanto con questa?”
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei?”
Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo farà tutto con solamente due mani.”
L’angelo si meravigliò dei requisiti.
“Solamente due mani….Impossibile!
E questo è solamente il modello base?
E’ troppo lavoro per un giorno….Aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo farò!” protestò il signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore…
Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicinò di più e toccò la donna.
“Però l’hai fatta così delicata, Signore”
“E’ delicata, ribatté Dio, però l’ho fatta anche robusta. Non Hai idea di quello che è capace di sopportare o ottenere”
“Sarà capace di pensare?” chiese l’angelo.
Dio rispose:
“Non solo sarà capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”
L’angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna…
“Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”

“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose…
non c’è nessuna perdita… è una lacrima” lo corresse il Signore.
A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio disse:
“Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza, e il suo orgoglio.”
Ciò impressionò molto l’angelo “Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa”
Lo è!
Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini.
Affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia.
Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose.
Lottano per ciò in cui credono.
Si ribellano all’ingiustizia.
Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore.
Si privano per mantenere in piedi la famiglia.
Vanno dal medico con un’amica timorosa.
Amano incondizionatamente.
Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici.
Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio.
Il loro cuore si spezza quando muore un’ amica.
Soffrono per la perdita di una persona cara.
Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie.
Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato.

Non ci sono dubbi però… nella donna c’è un difetto:
Ed è che si dimentica quanto vale.

16 luglio 2009

CONFESSIONI



è un po' che non scrivo.
in questi giorni ho pensato tanto, a molte cose, non ultima e tanto per dirne una, al mio significato qui, in questo mondo. non mi sono spinta a punti teorico-filosofici tali da aver trovato una risposta diversa da quella che ho sempre creduto come vera e fondata, ovvero esistere perchè Qualcuno qui mi ci ha voluto e messo.
sono arrivata a comprendere meglio il motivo del mio vivere: non deve avere altri fini se non quello, per altro non sempre facile da attuare, di vivere pensando non solo a me ma anche a chi mi sta vicino, attorno, insieme. azzardo un pensare prima a l'altro che a me intendendo certamente non la dimenticanza totale di me e della mia persona, perchè si deve pur vivere, in salute, degnamente e con serenità, quanto la rilevanza vera che l'altro voglio abbia nella mia vita.
ho sposato il maritopreferito non per qualcosa che mi potesse dare, aiutare ad avere, comprare, assicurare o cosa. l'ho fatto perchè lo amo e voglio stare con lui, a prescindere dal resto. punto. con il resto del mondo che mi vive vicino e che, purtroppo o per fortuna sua, non ho scelto io di avere vicino, mi piacerebbe riuscire ad avere lo stesso atteggiamento. un amore diverso, ovviamente, di un'altro tipo ma di, parolone, pari intensità.
certamente non è facile. mi rendo conto di essere molto spesso in balia di sentimenti contrastanti, violenti, istintivi, anche negativi verso chi, per esempio, parcheggia in dopia fila per non poter/voler fare 30 passi dalla macchina al tabaccaio per le sigarette, oppure verso chi sostiene l'idea che fregare gli altri vada bene, quando è lo Stato ancora meglio; chi non saluta quando mi vede e mi conosce (cavolo, sarò anche magra ma mi hai visto, t'ho salutato....ti sei ingoiato la lingua?) e avanti così....
è difficile, quanto ho appena scritto lo testimonia e chissà quanto altro avrei da scrivere a mio discapito ma, come ho già scritto altre volte, credo che il cavillo sia tutto nel pensare in una maniera un po' ribaltata rispetto a quanto il mondo ci spinge a fare: fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, non fare agli quello che non vorresti fosse fatto a te.

14 luglio 2009

DOMENICA-CON-DOMENICO: 12 LUGLIO - MONTE TINO 1927mt

Un bella giornata nella natura.
Finisce così la saga delle gite, per quest'anno.
Arrivederci a settembre, sempre insieme alla nostra guida preferita!

clic sulla foto per visualizzare l'album

DOMENICA-CON-DOMENICO: 12 luglio 2009 - Monte Tino 1927 mt slm

06 luglio 2009

UOMINI E CERVELLI

premessa di ogni altra parola: non sono femminista, non lo sono mai stata e non lo sarò mai. credo nella collaborazione ma anche nella divisione dei compiti, in base a quelle che sono le caratteristiche naturali dell'essere uomo e dell'essere donna. tutte possono imparare a pilotare uno shuttle e tutti a preparare le pappe ai figli in svezzamento, ma certe cose sono naturalmente più femminili e altre più maschili. detto questo, dico anche che ho grande stima del genere maschile numero singolare e plurale. ci è necessario, senza di lui non saremmo dove siamo e (mantenimento della specie escluso) non ci saremmo così, tutto sommato, comode e contente.
detto anche questo, dico anche però che una delle caratteristiche che mi fanno cadere le braccia ma anche sorridere è l'integrità del cervello maschile, la sua compattezza nello svolgere qualiasi attività, il suo essere monorotaia.
gli uomini non riescono a fare due cose insieme, c'è poco da dire, sperare, insegnare. è proprio una loro peculiarità.

presi coscienza di questo tempi addietro, alle prese con un fratello di 4 anni più grande. ricordo come lampante, a dimostrazione di questo, l'esempio di noi sul divano, a guardare la tv. io che gli chiedo qualcosa, lui che non reagisce e continua a guardare, sordo alla mia voce a un palmo dal suo timpano. solo dopo una gomitata lui si ricorda della mia presenza e dice Eh? costringendomi, con mio enorme disappunto, a ripetere la domanda.
per anni è stato così. chissà mia cognata cosa avrà da dire in proposito!

adesso, con un maritopreferito al fianco, rivivo quegli episodi.
lui fa tutto, è disponibile, un tesoro veramente ma una cosa per volta. chiedergli qualcosa mentre, per esempio, legge le notizie su internet, richiede da parte sua una serie di azioni consecutive da fare, non serve dirlo, una per volta: il ritorno sulla terra, nello specifico in questa stanza, e la riattivazione del sistema uditivo per sentire cosa la quipresente sta dicendo...

chissà che col tempo non riesca a imitarmi e girare la pasta nella pentola mentre risponde al telefono o stirare guardando il tiggì!

05 luglio 2009

AGGIORNAMENTI DISORDINATI

tornati dal mare una paio d'ore fa, non riesco ancora a riprendermi dall'effetto stupefacente che salsedine, sole e sabbia hanno su di me. ce l'hanno sempre avuto, ma oggi sembra più tragica del solito. ho sonno, fame e il mio stato mentale è più vicino all'encefalogramma piatto che altro. mi stupisco io stessa di esser qui seduta a battere sui tasti.
il maritopreferito è nel cuore della capitale a lavorare e lo penso con compassione, chiuso nella diagonale di frescolana con tanto di cravatta al collo. rispetto alla libertà epidermica di cui ha goduto oggi, povero, sarà in agonia. io son qui al tavolo, dopo aver messo a posto ogni cosa più per dovere che per il piacere di non vederla in giro. avrei lasciato tutto lì, ma tant'è, conoscendo fin troppo bene l'orribile sensazione che mi avrebbe attanagliata, dopo il relax, nel vedere le cose ancora da sistemare, ho preferito farlo subito. pensandoci bene, poi, godersi il riposo a casa ordinata lascia una sensazione di benessere in testa che, esagerando un po', in casi come questo non ha eguali!
non mi rendo molto conto di quanto sto scaricando a suon di tasti da portatile su questo foglio bianco oggi. non me ne si voglia. come ho detto, l'effetto salsedine-sole-sabbia oggi ha fatto miracoli-al contrario.

01 luglio 2009

QUANDO FINISCE UN BLOG

in questi quasi 3 anni di blog ho letto, cliccato, commentato, pensato e scritto, trovato e conosciuto. i clic sui blog altrui vanno e vengono come la marea, come le mode. ci sono momenti in cui qualcuno ti appassiona più di un altro, sa attirarti, dice e non dice, sbandiera ai quattro venti (ma sono davvero solo quattro?) o lascia alla tua interpretazione, in attesa forse di un commento geniale per sbottonarsi del tutto. comunque vada, chiunque sia a scrivere, a un certo punto la conoscenza digitale si approfondisce. o ti sembra che questo accada. lo vedi in faccia se ha una foto pubblicata, ne conosci la città se lo dice, ne immagini i pensieri in base a quello che scrive; così dopo un po' quasi lo pensi e ti chiedi come avrà risolto, vissuto, detto.
poi, in un giorno come gli altri clicchi su suo link, nella tua lista di amici digitali e a quello che fino a ieri era il suo indirizzo, non corrisponde più niente, solo un messaggio: il blog è stato cancellato. e lì per lì ci rimani male, ri-clicchi, pensi che sarà la rete ad essersi ingrippata, mica può chiudere baracche e burattini così. invece no. ha chiuso baracca e burattini. adieu.
e da quel giorno non hai più gli occhi su quella finestra d'Italia che dà sul sud dell'Adriatico, giù in fondo, proprio là dove abita anche tuo cognato. maurizio s'è stufato, se n'è andato. chissà perchè!
poi, nel giro di pochissimo, il tutto svanisce. la tua sensazione di dispiacere, il tuo domandarsi perchè, finiscono e te ne dimentichi. così pensi che per quanto bella sia la rete e il blog, per quanto possa appassionare, stuzzicare, incuriosire, è e resta qualcosa di etereo. basta un clic e inizia, un altro clic uguale e contrario e finisce e il blog è stato cancellato. e allora prendi e cancelli il link, tanto un in più o uno in meno, che cambia? e mentre lo pensi ti senti un po' come i due guardiani notturni di The Truman Show, che cercano la guida tivvù quando lo show di Truman finisce.

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