26 settembre 2011

NEUTRINI IN SORPASSO SUL GRAN SASSO



è un po' che non si parla di politica, qui sopra.
forse per noia; per rabbia; per poca voglia di autofomentarsi, vomitando parole e imprecazioni con il solo risultato, alla fine, di sentirsi ancor più imbestialiti.
sì, è veramente tanto che non se ne parla, ma questa volta sono proprio costretta.
e l'occasione è divertente ma anche tragica, incredibile eppur concreta.
c'è poco da ridere ma ci si deve ridere (per non imbracciare il fucile e appostarsi fuori dai palazzi del potere a fare un po' di tiro al bersaglio), su certe forme di ignoranza, stupidità e mancanza di funzioni mentali di base. perchè qui sono quelle a mancare.
si tratta della meravigliosa performance della loro ministra dell'Istruzione ormai distrutta (l'Istruzione, non la ministra).
se ne parla dal secondo successivo all'uscita della dichiarazione ufficiale della suddetta circa la scoperta da parte di genialoidi ricercatori italiani, in quel del cuore del Gran Sasso, della possibilità per i neurtrini di viaggiare più veloci della luce. vale a dire, più veloci della velocità massima fino ad oggi ritenuta possibile.
questo famigerato tunnel costato 45 milioni di Euro nominato dalla loro ministra, ha scatento un putiferio meraviglioso su internet e i vari social network.
facebook è un pullulare di battute, foto e sfottò per la loro ministra.
uno di questi (ed è il motivo che mi ha spinto a riparlare di politica oggi) è questo:

Ogni mattina, un neutrino si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della luce. Ogni mattina, la luce si sveglia e sa che dovrà arrivare al Gran Sasso prima del neutrino. Ogni mattina, non importa che tu sia neutrino o luce, ti toccherà ascoltare le minchiate della Gelmini che si è laureata a 732 km da casa e non riesce ad uscire dal tunnel...(Aldo Vincent).

24 settembre 2011

10 AGOSTO 2011 - FERRATA BRIGATA TRIDENTINA


Da qualche giorno sapevamo che quella di oggi sarebbe stata una gran bella giornata, la migliore da quando siamo qui. Infatti è così e alle 6, quando suona la sveglia, vedo il Piz Boè tinto di rosa. L’idea, quindi, di tornare sulla ferrata Tridentina (rispettivamente per la quinta, io, e la quarta volta il maritopreferito) si concretizza e alle 7 partiamo da casa, con la bellezza di una temperatira di 4°C, che unita a un venticello nient’affatto caldo, si obbliga ad accendere il riscaldamento in macchina.
Quando arriviamo al parcheggio di Colfosco, sulla strada che porta al passo Gardena, ci cambiamo le scarpe quasi battendo i denti. Partiamo alle 7.45 e alle 10.50 siamo su, in vetta, al rifugio Pisciadù. La ferrata è sempre meravigliosa e nonostante sia sempre la stessa resta veramente affascinante, impegnativa ma bellissima.
Non c’è che dire: da qualunque lato si osservi o si viva la montagna, questa apparirà sempre diversa, nuova, magnetica, ipnotizzante. Così sono per me questa ferrata e questi monti.
In vetta, a 2587 metri, la temperatura non è molto calda, nonostante il sole che per fortuna splende, così prendiamo la via del ritorno presto, alle 12.10, per la Val Setus, arrivando al parcheggio alle 13.35. Siamo molto soddisfatti della nostra prestazione e della giornata che ci sta accompagnando. Non c’è una nuvola e se compare, è solo per passare e dileguarsi velocemente. Decidiamo quindi di andare a fare un po’ di spesa e poi di stenderci al sole dei 1600, nel prato di Corvara. Torniamo a casa verso le 17 e alle 18.25 siamo già a tavola. Forse rischieremo di sentire la necessità di uno spuntino prima di dormire, ma non ce ne preoccupiamo: domani ci aspetta la penultima gita, in Val di Fassa, dalle parti delle Torri del Vajolet, insieme a tutto il parentame!

23 settembre 2011

4 AGOSTO 2011 - RIFUGIO NUVOLAU


Oggi, dopo una giornata –quella di ieri- trascorsa in Val di Fassa tra Pozza, Campitello e Vigo, a pascolare lungo il fiume Avisio e per negozi a comprar tovaglie tirolesi e prodotti tipici, abbiamo fatto una gita insieme ai miei genitori.
Meta, in base alle condizioni meteo, il rifugio Nuvolao, 2575 metri.
Partiamo dal Passo Falzarego con un’arietta bella fresca e un cielo che non promette niente di buono o, meglio, non rende facile l’interpretazione di come si evolverà il tempo durante la giornata. Ci basiamo sulle previsioni del centro Meteo di Arabba, che dà al 50-60% la possibilità di pioggia ma, essendo armati di cappotte anti pioggia e poca paura in merito, andiamo.
La gita è la stessa che io e il maritopreferito facemmo due anni fa.
Il paesaggio è quanto di più bello si possa immaginare.
Non abbiamo la Marmolada davanti come due giorni fa al Piz Boè, ma non è possibile paragonare un versante a un altro. Diversi, seppur simili nei colori, non possono essere che uno diverso dall’altro, unici, particolari, mozzafiato ognuno per una caratteristica…
Arriviamo al rifugio Averau, a 2416 metri, dopo due ore di salita pura, in cui però non ci siamo ammazzati. Visto il cielo, che sembra prepararsi al peggio, decidiamo di non andare fino al Nuvolao e accontentarci di quanto fatto fino a questo punto. Così, dopo i panini previsti dalla cura (speck) e una buona dose di zuccheri, prendiamo la via del ritorno.
Questa volta il versante è diverso e siamo per tutto il pomeriggio sotto la Tofana di Roces, il Lagazuoi che la precede e il Monte Cristallo poco più indietro. L’ultimo tratto di sentiero si dipana per un fitto boschetto di pini mughi, l’aerosol naturale è assicurato e molto piacevole; una fragranza fresca e pulita si espande tutto intorno. Non posso che respirare a pieni polmoni, non solo per un fatto di ritmo passo-respirazione: proprio mi va di riempirmi i polmoni di questa meraviglia della natura (è proprio il caso di dirlo!), giacché una volta a Roma me lo sognerò la notte.
Arriviamo nuovamente al passo Falzarego senza aver preso una goccia di pioggia e con forse in cuore un po’ di rimpianto per non essere saliti fino al Nuvolao…

Arrivati a casa nostra, però, ci godiamo i krapfen alla crema comprati questa mattina da mia mamma, accompagnati da una tazza di tè caldo. Ce lo siamo proprio meritato!
Domani la giornata prevederà riposo in quel di Agordo, dove si trovano i genitori del maritopreferito con annessa cognata. Sarà una pausa muscolare ma non gastrica, conoscendo mia suocera…
Ah. Per la cronaca, poco fa, a fine cena, mi sono concessa, per la seconda sera di seguito, un bel bombardino caldo con panna.

22 settembre 2011

2 AGOSTO 2011 - PIZ BOE'

Questa mattina, nonostante le secchiate d’acqua venute giù ieri notte, il cielo è radioso così il programma di andare sul Piz Boè con Alessandro e Fabio può andare avanti.
Prendiamo la funivia del Sass Pordoi alle 9.10 dopo di che, una volta a 2920 metri, ci lasciamo trasportare dal panorama che si vede da lassù e dopo un buon quarto d’ora scendiamo alla Forcella Pordoi.
Come sempre, come tutte le altre volte in cui sono passata da qui, la gente è tanta e molta di più ne troveremo in vetta al Piz e poi al rifugio Boè.
Il segnavia alla Forcella Pordoi indica 1 ora e 20 minuti da lì al Piz…noi siamo su in 50 minuti.
Gli alpinisti cazzuti mica vengono in montagna a contare le pietre, eh?


A 3152 metri il panorama è “sempre quello” ma ogni volta appare sempre diverso e mozzafiato, come fosse la prima volta.
Il sole va e viene ma per una buona ora restiamo quassù e quando esce –il sole- è violento ma goderselo tutto. Te lo senti addosso e pensare che a quest’altezza si possa stare bene in canottiera…fa pensare.
Verso le 12 scendiamo al rifugio Boè, ancora più affollato del primo, e anche qui restiamo a goderci la vita per una buona mezz’ora. La compagnia di Alessandro e Fabio è veramente piacevole e vista la tipologia di sentiero che ci separa da qui alla funivia, il ritorno è condito da piacevolissime chiacchiere tra noi. Riprendiamo la funivia dopo essere stati tutto il giorno sopra i 2600 metri, praticamente sempre al sole e facciamo tappa a casa nostra, per una meritatissima merenda a base di strudel, fragolino e radler, brindando…ai 3000 metri!

21 settembre 2011

1 AGOSTO 2011



Ieri, poi, non siamo saliti a Porta Vescovo a causa delle nuvole che, nel tempo di un pranzo, erano tornate a farsi vedere, cosicché abbiamo preferito il lago Fedaia, ai piedi della Regina. Abbiamo camminato lungo il suo argine interno, scattando foto e ammirando, dal basso, la cresta della ferrata delle Trincee, la stessa che ci vide separati, l’anno scorso…
L’aria è fresca e la Regina, alla nostra sinistra, ha la testa fra le nuvole. Siamo a tredici gradi, ma camminando si sta bene. Per il ritorno, scendiamo a Canazei, risaliamo al Passo Sella e da lì al Gardena, giusto perché siamo arrivati il giorno prima e dobbiamo acclimatarci e scegliamo di farlo salendo e scendendo tre volte. Siamo comunque contornati da montagne patrimonio dell’Umanità, per cui ce ne freghiamo altamente delle eventuali conseguenze sulla pressione arteriosa e ci godiamo il paesaggio. Per inciso, su di me questi sbalzi non hanno alcun effetto, giacché partendo da una pressione media - bassa, stare a 1600 metri mi fa risvegliare ed essere a mille. Il maritopreferito, invece, accusa un po’ di più, ma mai tanto da essere eccessivamente rincoglionito.
Scendendo dal Passo Gardena, ai piedi del massiccio del Sella, vediamo imponenti colonne d’acqua su Colfosco e in breve iniziamo a incrociare macchine bagnate e ciclisti in risalita completamente zuppi. Poco dopo siamo sotto un temporale esplosivo. Il Sassongher è quasi invisibile, sopra di noi.



Oggi, invece, siamo stati alle cascate del Pisciadù insieme con amici che si trovano in vacanza in Val Gardena. La Tridentina sopra di noi è affollata, come sempre, e col maritopreferito ci diciamo che, essendo mancati l’anno scorso, quest’anno non possiamo farlo passare senza essere andati a verificare personalmente lo stato delle rocce, del ponticello e del livello dell’acqua al laghetto là in cima. Sarà probabilmente l’ultima gita della vacanza, ma vogliamo proprio tornarci.
La giornata di oggi è stata davvero sempre tutta soleggiata e a sera ci troviamo il sole in faccia, mentre con la cartina da una parte e il telefono dall’altra, organizziamo la giornata di domani, che il meteo anticipa prettamente estiva: con Fabio e Alessandro sul Piz Boè, anche qui per dare una controllata a 360° al panorama che si vede da lassù. Non sia mai che qualcosa è cambiato e non ne siamo stati informati!

14 settembre 2011

Hubert von Goisern & die Alpinkatzen - Da Juchitzer "Live"

lo avevo già postato, questo video. qualche mese fa, preso da un post di The Freeso, mi aveva rapito per la musica, per la melodia, per le immagini a cui era stato associato.
questa sera m'è tornato in mente dopo averne sentito le prime note in televisione, su RaiStoria. si parla di montagna, di spedizioni fatali, K2, Nanga Parbat...

così l'ho cercato, il video pubblicato tempo fa, ne ho trovato anche altri link e questo è quanto. versione live, addirittura estesa.
la cercherò su emule: non me la voglio far scappare.

12 settembre 2011

RITORNO? SI', RITORNO.

ritornata. questa volta si spera definitivamente.
finite le ferie d'alta quota il 13 agosto, appena 2 giorni dopo il rientro ci siamo trasferiti armi e bagali a casa dei suoceri. l'erogazione dell'acqua da questa parti era diventata veramente problematica (dopo comunque tre mesi di alti e bassi) così, vista l'impossibilità di gestirsi la vita col contagocce (in ogni senso), e visto che mio marito era ancora in ferie, ciao core: a-rifai le valigie e via verso il mare laziale.
da lì ho ripreso il lavoro e così, nei giorni liberi o quando avevo il turno serale, si approfittava per andare al mare.
il sole, quindi, ce lo portiamo ancora addosso grazie a quelle due settimane, non previste, di mare. non tutto il male vien per nuocere, quindi.
tornati tutti a regime lavorativo comppleto, però, l'acqua ha latitato ancora per un po', così gli ultimi nove giorni li abbiamo passati a casa dei miei.
sempre con la valigia in mano, sempre in casa d'altri...

ecco spiegato allora il motivo di questa mia assenza dal blog.
adesso l'acqua esce fuori dai rubinetti che manco dalla cascata delle Marmore, quindi a tutti gli effetti siamo nuovamente operativi, direttamente qui, da Roma.

e la vita continua...
c'è da segnalare che da agosto e per 12 mesi il mio profilo di lavoro è passato da quattro a cinque ore. la cosa non mi dispiace: minimo sforzo in più, risultati apprezzabili in busta paga. non male, non male.
contemporaneamente, però, c'è stato anche il cambio del gruppo di lavoro. nuovi colleghi, nuovo capo, stesse mansioni e stesso open space. li rivedo quotidianamente, quindi, i miei vecchi compagni di pool e siccome il primo amore non si scorda mai, ogni giorno è un piacere ma anche una strettina al cuore, sentirsi dire "ci manchi!" ma ces't la vie.
andiamo avanti, senza paura, per i meandri della vita.

ne avrei altrettante di cose da dire.
per oggi, però, basta così.

love,
MC

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