quaranta in un anno. per ora.
due in più del 2015, cinque in più del 2014.
bene. molto bene.
questo romanzo è...decadente.
storia di noia, di gente viziata, di malattia, di paturnie femminili più o meno giustificate, di ricchezza, di jet set diremmo oggi, di matrimoni infelici e falsi...
nella prefazione si dice che Fitzgerald abbia attinto a piene mani dalla sua storia personale, dal suo matrimonio, dalla sua vita tra America ed Europa. poverino, mi viene da pensare: non deve essere stata una bella vita.
durante la lettura ho pensato più di una volta di piantare lì tutto, perché l'ho trovato noioso, pesante...decadente, sì, ma il mio senso del dovere verso un libro (o non so nemmeno io come chiamare il non riuscire a interrompere una lettura a metà) verso qualsiasi libro, mi ha fatto andare avanti con testardaggine.
è stato uno dei pochissimi libri che mi ha visto con gli occhi a mezz'asta dal sonno che mi faceva venire, il che comportava una caduta nelle braccia di Morfeo quasi immediata, appena spenta la luce, ma devo dire che nonostante tutto mi ha fatto piacere leggerlo.
fa sempre bene leggere qualche grande classico, ogni tanto!
adesso passo a quanto di più contrapposto ci possa essere, ovvero Che ci importa del mondo di Selvaggia Lucarelli, impertinente penna de Il Fatto Quotidiano, che apprezzo sempre molto per l'ironia e la schiettezza.
Love,
MC
i libri che leggo, i pensieri che mi scorrono nelle sinapsi, la mia vita vissuta e qualche vaneggiamento sulla realtà...
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