05 gennaio 2018

+1 *** L'UOMO IN FUGA *** RICHARD BACHMAN (o della fine del primo libro nel 2018)

succede sempre così: il libro che inizio a fine dicembre, va sempre a finire l'anno dopo ed io, sempre, lo considero il primo della lista del nuovo anno.
questo L'uomo in fuga è il primo di quella che spero sia una lunga lista, più lunga di quella del 2017, visto che quella del 2016 era stata del tutto ragguardevole (2016 batte 2017 46 a 36, santi numi!).

questo mio sesto King letto (e sì, perché Bachman è solo uno pseudonimo di Re Stephen), l'ho finito mercoledì 3 gennaio tra il viaggio in metro per andare a lavorare e i minuti prima dell'inizio del lavoro (che per il lavoro che è non mi permette certo di farmi i fatti miei addirittura con un libro davanti - con la mente sì, a volte, ogni tanto-tanto), leggendo forsennatamente e senza curarmi di chi arrivava, diceva, parlava...
dovevo sapere come sarebbe finito, non avrei potuto resistere sei ore prima di vedere l'epilogo della storia e così è successo che alle 8:59 ho chiuso l'ebook con davanti la parola Fine. e nella mia testa si sono materializzate le parole porcamiseria 😨.

non c'è niente per cui provar paura andando avanti con le pagine, piuttosto ho provato un senso di disagio nel ritrovare scritte, ben 36 anni fa, cose, emozioni, pensieri che, cari miei, descrivono molto bene il corrente 2018 e il suo predecessore 2017, che forse ha più materiale di discussione in quanto più anziano. uno per tutti, che mi è rimasto impresso, è il concetto che se qualcosa veniva mostrato o detto in tri-vù (l'erede della nostra tivù) allora era vero, fuori discussione, realtà. che fosse assurdo o meno non importava, dal momento che il senso critico e valutativo dei cittadini era stato ridotto a zero...proprio per propinare la "realtà" scelta da altri attraverso lo schermo.

nell'anno 2025 Ben si ritrova, costretto dai tragici eventi che lo coinvolgono (non ultimo quello di appartenere alla classe svantaggiata della periferia della città in cui vive) a scegliere di partecipare al gioco dell'Uomo in fuga per provare a guadagnare soldi e poter curare la figlia piccola, gravemente malata.
l'uomo in fuga è un reality, diremmo oggi, pensato dalla Rete, dove il protagonista, ricercato da forze speciali dette i Cacciatori, guadagna 100 nuovi dollari americani per ogni ora in cui non si fa trovare, riuscendo a rimanere vivo. la posta in gioco è altissima, poiché i cittadini che lo vedono possono denunciarlo ai Cacciatori, i quali devono farlo fuori. questo è il loro lavoro, uccidere persone.
il tutto, in diretta tri-vu.

dramma psicologico per il protagonista, lo si tocca con mano, disperazione concreta, nostalgia di casa per la moglie e la figlia...
inaspettato finale, amaro, tragico. a tratti eroico, per me.

questo romanzo fa parte della lettura propedeutica che il mio personal trainer A. mi ha indicato e, come tutti gli altri King, è stato bevuto, assaporato, goduto e apprezzato al 100%.

ora mi fermo per un attimo e mi trasferisco in Italia con Lacrime di sale di Pietro Bartolo della libreria delle zie di Genova®, ma poi ho la scaletta di Re Stephen propedeutica a IT che mi aspetta! 😎

Love,
MC

Ps: a differenza di due sere fa, stasera in tv non c'è una mazza, nada, nothing, nichts... 😐



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