25 febbraio 2018

PRIMA O POI DOVEVA SUCCEDERE

...e infatti è successo.
in 32 anni di piste da sci non mi ero mai rotta un'unghia (e cadute ne ho fatte, e cose spericolate pure 😛) ma mercoledì a Campofelice, sulla pista più facile di tutto il comprensorio, mi sono procurata una distorsione al ginocchio sinistro.

i fatti raccontano che la notte precedente aveva nevicato sopra la neve già battuta dai gatti, quindi tutte le piste erano appesantite da almeno dieci centimetri di neve fresca  -che ha infatti reso le discese pesanti e stancanti da subito. 
Sofia Goggia 2018
la mattinata è stata un continuo nevischiare, con visibilità azzerata rispetto al bianco attorno: non c'era modo di distinguere la conformazione della pista, i dossetti, i cumuli di neve se non quando ci si stava sopra e li si sentiva con le gambe, così come era un casino capire dove finiva la pista battuta e dove iniziava la parte non battuta...proprio per tutta la neve fresca che c'era ovunque.

ora, la quipresente non è Sofia Goggia che ha vinto l'oro olimpico nella discesa libera, si sa, ma non è nemmeno analfabeta di lamine e sciolina, fatto sta che per evitare di scontrarmi con un cordone di bambini di una scuola sci, mi sono ritrovata a bordo pista, finendo nella neve fresca di cui sopra e piantandomi per perdita di aderenza dello sci al terreno. 
nell'istante di perdita di aderenza, il ginocchio sinistro ha sbandierato ed io ho SENTITO il ginocchio fare STO-TOC, con conseguente, ovvia caduta. 
dire che mi è mancato il fiato è un eufemismo. credevo di svenire ma ho fatto in tempo a pensare ecco, mi sono rotta sicuro! 😭😭😭😭😭😭 
la prima caduta seria in vita mia, la fitta di dolore all'esterno del ginocchio...per me ero andata, prossima tappa sala gessi del pronto soccorso de L'Aquila.
poi in qualche modo mi sono alzata (stavo in piedi, dolorante ma stavo in piedi) e sempre in qualche modo sono arrivata da mio fratello e mio nipote che mi aspettavano più avanti.

insomma, la mia giornata di sci è finita lì, con immenso dispiacere mio, di fratello e nipotini, ed è continuata al CTO di Roma dove mi hanno confermato la distorsione e dato giorni di riposo...

mi sto curando e non vedo l'ora di tornare sulle lamine.
perché mica finisce qui!

Love,
MC

18 febbraio 2018

+7 *** LE COSE CHE NON TI HO DETTO *** BRUNO MORCHIO (o della fine del settimo libro nel 2018)

ho finito di leggere questo libro qualche giorno fa ma per una serie di motivi futili e non, riesco a parlarne solo ora (ma perché mi sono imposta di farlo, mi sono messa da parte questi minuti apposta...).
è succeduto a Rossoamaro, sempre di Morchio, e forse è questo motivo per cui non l'ho trovato coinvolgente come il precedente. un po' come se Bocelli uscisse sul palco a cantare una qualsivoglia aria di opera lirica, dopo che Pavarotti ha cantato Nessun dorma. per dire...
non che sia un brutto libro, no, anzi, solo che mi sono trovata meno immersa nella storia come mi era successo con le vicende di Bacci Pagano preso tra la realtà e il passato dei partigiani genovesi.
Questa volta Pagano si trova suo malgrado a far da medicina a uno psicoterapeuta in crisi di identità e in crisi con la moglie, di fatto omosessuale e che intrattiene una relazione con un'androgina giovane donna.
tra creuze de ma, caruggi, strade che portano a Sant'Ilario e intrecci con la storia parallela di Jasmine, già trovata in Rossomaro, Bacci troverà modo e tempo di ripensare al suo rapporto con Mara, l'amore di sempre, e di organizzare la festa di diciotto anni per sua figlia Aglaja, con la quale all'orizzonte si profila un ritorno di rapporto sincero.

apprezzo sempre la penna di Morchio, non fosse altro perché mi riporta per le strade della mia città del cuore 💖 ma ecco che qui sono stata meno coinvolta e isolata dalla realtà durante la lettura, aspetto che ritengo fondamentale per la riuscita di un romanzo.

subito dopo ho iniziato Incubi e deliri, tornando quindi a King, per riprendere la strada verso IT così come mi ha indicato il mio insegnante A. 😊 e una cosa che mi ha divertito, come sempre, è stata la lunga prefazione dell'autore, chiusa con un meraviglioso invito al lettore:


anche questa è una raccolta di racconti, 706 pagine che mi terranno impegnata per un po'; sono appena all'inizio, ho letto il primo racconto La Cadillac di Dolan ed ora ho per le mani La fine del gran casino il cui titolo originale ho scoperto poco fa essere The end of the whole mess, quindi per questa volta la traduzione è stata fedelissima. bene.

intanto fuori è domenica pomeriggio e la giornata è di un uggioso che di più non potrebbe... 😐

Love,
MC

07 febbraio 2018

C'E' SEMPRE UN PO' DI TRAMONTO...

un paesaggio al tramonto e ho di nuovo modificato la grafica del blog. 😎
non è una cosa che faccio spesso, ma quando mi prende, poi ci passo le mezze ore a vedere, scegliere, cambiare i colori, le grandezze, il tipo di carattere...
per quanto mi avvalga di immagini e impostazioni già scelte da altri per evidenti incapacità in fatto di costruzione di siti web (ecco, mi servirebbe un amico smanettone che si immolasse alla causa e mi aiutasse...ma mi manca nella lista!) cerco di renderlo il più possibile specchio della mia personalità, almeno di quella di quel momento.

io, nel tramonto dell'Alto Adige...
la giornata di oggi porta a stare al chiuso, piove e fa freddo e quindi, libera dal lavoro, la sto trascorrendo tra lettura del nuovo caso per Bacci Pagano  -sul letto, con la copertina di pile addosso- il pc -con accanto la tazza tirolese della tisana, sempre tirolese 😍 dove si sente il profumo dei campi di fieno appena tagliato- e pensieri vari nella testa, tra cui domande presenti dal risveglio, che hanno trovato risposte.
tra queste una, ovvero la netta, forte, concreta presa di coscienza che non potrò fare a meno di alcune persone ormai parte della mia vita. non più, non adesso e nemmeno in futuro.
rendermi conto di questo mi ha fatto sentire viva, oggi. un po' più viva di ieri e di ieri l'altro.

ma andiamo avanti, perché nonostante queste cose belle, alcune molto bellissime -e non intendo la tisana nella tazza tirolese o Bacci Pagano-  c'è sempre un po' di tramonto nella mia vita, un po' di penombra, una dose di luce calante che, se normalmente fa vedere particolari in altri momenti nascosti e avendo del bello in sé, da un po' di tempo associo a uno stato d'animo malinconico, a tratti amaro.

di questo si tratta, questo sento sulla lingua dal famoso 23 maggio e poi dal 6 luglio 2017, momento del passaggio effettivo, ufficiale, definitivo, da un tutto sommato piacevole paesaggio ombreggiato, a tratti soleggiato e caldo, con momenti di vento e autunno e qualche scroscio d'acqua, a un deserto totale, dove aridità completa e assenza di riparo la fanno da padrone.
una Valle della Morte per impiego, praticamente.
sì, mi riferisco al lavoro; al cambio di padrone, più che altro, ecco.
ha sempre il coltello dalla parte del manico, il capo, sempre, mica dico di no, ma se fino a questa estate ci sembrava di avere anche noi una posata in mano con cui poter fare qualcosa, ogni tanto, da luglio ci siamo ritrovati sì e no con uno stuzzicadenti, per giunta inumidito, che si piega da solo senza manco farsi sentire appuntito.
sto provando direi quotidianamente un senso di impotenza, frustrazione, rabbia, insofferenza mai provate prima, mai così tanto, mai così di continuo. il lavoro è lo stesso da otto anni, ormai, io sono più o meno la stessa (più vecchia di otto anni, occhei) e se prima ne uscivo diciamo normale ed oggi incazzata ogni volta....qualcosa dipenderà anche dal capo. o no?
la domanda ha una risposta e non è negativa.

si cerca di tener duro, ci facciamo forza a vicenda tra colleghi, ci ascoltiamo e aiutiamo, ma non sempre è facile, non sempre si trova la spinta.
il calendario gira, l'orologio pure, ma è sempre l'ora del tramonto. e la cosa non torna.
ha da andar via 'sto sole, prima o poi, per risorgere chiaro e limpido, per mostrarci una valle fertile e verdeggiante, dove cambia il tempo, certo, ma dove ci sono rifugi lungo il cammino, per ripararsi dalla pioggia più forte...perché comunque sia, è anche bello camminare sotto la pioggia leggera, quando il sentiero è sicuro e senza pericoli. parola di girlscout.

Love,
MC

+6 *** ROSSOAMARO *** BRUNO MORCHIO (o della fine del sesto libro nel 2018)

la pausa dal maestro King l'ho fatta sterzando verso il noir italiano e con campanilismo, visto che Bruno Morchio è genovese e racconta le indagini di Bacci Pagano tra le vie di Genova e anche più in là, un po' in Riviera e un po' nell'entroterra ligure.
è un piacere anche per gli occhi, quindi, oltre che per la mente, per me, perché posso vedere le cose che descrive...perché ci sono stata. non capita tutti i giorni!

Piazza De Ferrari... (ci devo tornare!)
Bacci Pagano è un ex poliziotto che abita nei carruggi del centro storico e che ora fa l'investigatore privato. da lui passano in tanti, di tanti tipi. questa volta riceve la commessa da un vecchio professore tedesco il quale vuole sapere nome e volto del suo fratellastro. dice infatti che la madre, giovane partigiana genovese incinta di un ufficiale tedesco, dopo averlo dato alla luce in Germania, dopo la fine della guerra abbia avuto un altro figlio dal matrimonio col suo amore di sempre, con il Biscia, un giovane ex partigiano, anche lui genovese.
Bacci chiede, si informa, parla, domanda, incontra anziani partigiani genovesi ma sembra non venirne a capo...
la storia si alterna con la vicenda di Jasmine, prostituta ivoriana salvata da Pagano dalle grinfie del suo aguzzino e ricoverata all'ospedale San Martino, in bilico tra la vita e la morte. Bacci dirà al suo committente teutonico di aver accettato questo incarico per non impazzire, in attesa di un verdetto dei medici, fuori dalla camera di Jasmine.

il bello di questo romanzo è l'abilità di far respirare a noi giovani, ignare generazioni, l'atmosfera degli anni di guerra, i sotterfugi, le vendette, le ritorsioni di una parte in seguito all'attentato fatto dall'altra...e la cosa ancora più bella è che fino alla fine, ma fino alla fine veramente, non si capisce se questo fratello (o sorella?) esista davvero e dove sia. al punto che, quando è chiaro, messo nero su bianco, sono dovuta tornare indietro a rileggere, pensando ma davvero??
è così che deve essere un noir, lasciarti fino all'ultimo senza la verità. non sono un'esperta, ma penso che quando questo accade, allora abbiamo per le mani un libro riuscito!

presa dall'onda dell'entusiasmo per il mio concittadino, ho iniziato Le cose che non ti ho detto, così con questo sono a cinque romanzi letti di Morchio.

fuori piove, giorno libero...vado a leggere!

Love,
MC

03 febbraio 2018

+5 *** NON BASTA DIRMI TI AMO *** DANIELA VOLONTE' (o della fine del quinto libro nel 2018)

lo sapevo che sarebbe finito velocemente, questo libro, ma come dicevo la letteratura da femmina sotto l'ombrellone per forza di cose impegna poco -e qualche volta serve anche, pure a fine gennaio.
la così facile letteratura della Volonté mi ha però in qualche modo coinvolto e più di una volta mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi. sarà perché ha descritto situazioni plausibili o emozioni che ho vissuto sulla mia pelle...fatto sta che mi ha toccato.

Beatrice è una ventinovenne fidanzata con Matthias, il giovane rampollo di una maison di moda milanese dove lei stessa lavora.
poco dopo il suo ritorno da New York, dove insieme a uno sconosciuto inglese ha salvato la vita ad un uomo colto da infarto all'aeroporto, si ritrova un anello di fidanzamento al dito con una proposta di matrimonio da parte di Matt.
catapultata nei preparativi del suo matrimonio (gestiti dalla futura suocera, macchina da guerra per eventi) vive il sogno di ogni giovane donna che si prepara a vivere la vita con l'amore della sua vita, anche se...anche se tutto quanto ha un che di strano, qualcosa non torna, non le sconfinfera.

insomma lo sconosciuto inglese non si rivelerà poi tanto sconosciuto, si ritroveranno in un agriturismo toscano e si sconvolgeranno la vita a vicenda, in seguito alla scoperta di Beatrice che Matthias, il suo promesso sposo, la tradisce da tempo con Allegra, ovviamente la più stronza della casa di moda.

una via del centro storico di Genova
la letteratura rosa non è il mio forte, devo dirlo, ma ammetto anche di volerne sentir parlare ogni tanto, proprio per non affaticarmi nella lettura, per andare veloce, per vincere a mani basse...

l'ho finito ieri sera quando la notte era ancora lontana e potendo permettermi di non avere la sveglia presto, questa mattina, ho subito iniziato un nuovo libro di Bruno Morchio, Rossoamaro, sempre su ebook.
torno così tra le mura della mia Genova e di tutta la Liguria. è sempre bello immergersi in una storia di investigazioni  potendo vedere con gli occhi veri i luoghi citati e descritti.
piuttosto...dovrò un po' tornare a Genova. ne ho bisogno. I need to.

Love,
MC




02 febbraio 2018

+4 *** SCHELETRI *** STEPHEN KING (o della fine del quarto libro nel 2018)

(quattro libri in un mese. bene).

è la terza raccolta di racconti di King che leggo da quando ho imparato a conoscere questo maestro della letteratura americana - anzi mondiale.
il titolo non promette niente di tranquillo, rispetto a Stagioni diverse e A volte ritornano e per certi versi è così, visto che alcuni racconti mi hanno fatto irrigidire un po' sulla sedia, il divano, il letto, il sedile della metropolitana o del treno, in base a dove mi trovavo mentre leggevo...

decisamente il racconto più avvincente (e lungo, quindi ben strutturato, lavorato, pieno di cose per far lavorare bene la fantasia di chi legge...) per me è stato La nebbia il quale mi ha lasciato dentro la nettissima sensazione che non guarderò più con così tanta indifferenza un banco di nebbia, ovunque esso sia. anzi, ogni banco di nebbia che incontrerò, penserò a King e ai suoi non meglio identificati mostri che bloccano una ventina di cittadini americani in un supermarket per due giorni, dove alcuni perderanno la vita ed altri...

così come ogni volta che, dalla spiaggia, vedrò un galleggiante fisso per bagnanti, ripenserò a La zattera e a quello che successe a quei quattro viziati adolescenti americani, che per fare l'ultimo bagno dell'estate al lago...finiranno col non farne più per tutta la vita.

o come La scimmia, la cui lettura mi ha coinvolto parecchio e fatto sentire nelle orecchie il suono dei piatti suonati, quello del metallo scadente, leggero, usato per i giocattoli dei bambini, che a volte alcune scimmie peluche hanno attaccato alle zampe anteriori.

il più nauseante è certamente stato L'arte di sopravvivere, dove un medico chirurgo, naufrago su un'isola deserta, cerca di vivere il più a lungo possibile...nutrendosi di sè stesso.

una caratteristica molto frequente nei racconti di King è non arrivare mai a svelare veramente la sorte toccata ai protagonisti delle sue storie. si intuisce, si immagina, si inventa e ingigantisce nella propria mente, il che può essere un bell'esercizio di fantasia per noi lettori ma anche un'arma a doppio taglio, generante scenari più o meno tragici e ricchi di dettagli. lo fa apposta, di certo. per questo lo amo.
così come amo, ogni volta, la sua apertura e chiusura del libro, dove si rivolge direttamente al lettore; ha un'ironia sottile, efficace, tagliente ma anche discreta. mi chiedo come sia parlargli dal vivo...

Adesso sono passata un attimo a ridurre la mia mente alla ruota usata dal criceto, giusto per aprire le finestre e far prendere aria alle sinapsi, con un Non basta dirmi ti amo della Daniela Volontè (non nuova nel mio ebook) che potrebbe essere relegato nella categoria Harmony come mi ha suggerito A. 😆 ma che ogni tanto serve. tra oggi e domani finirà tra i libri letti e probabilmente mai più leggibili ma dai, per 1.99€, mica possiamo aspettarci 'sta grande letteratura, no?

Love,
MC

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