07 febbraio 2018

C'E' SEMPRE UN PO' DI TRAMONTO...

un paesaggio al tramonto e ho di nuovo modificato la grafica del blog. 😎
non è una cosa che faccio spesso, ma quando mi prende, poi ci passo le mezze ore a vedere, scegliere, cambiare i colori, le grandezze, il tipo di carattere...
per quanto mi avvalga di immagini e impostazioni già scelte da altri per evidenti incapacità in fatto di costruzione di siti web (ecco, mi servirebbe un amico smanettone che si immolasse alla causa e mi aiutasse...ma mi manca nella lista!) cerco di renderlo il più possibile specchio della mia personalità, almeno di quella di quel momento.

io, nel tramonto dell'Alto Adige...
la giornata di oggi porta a stare al chiuso, piove e fa freddo e quindi, libera dal lavoro, la sto trascorrendo tra lettura del nuovo caso per Bacci Pagano  -sul letto, con la copertina di pile addosso- il pc -con accanto la tazza tirolese della tisana, sempre tirolese 😍 dove si sente il profumo dei campi di fieno appena tagliato- e pensieri vari nella testa, tra cui domande presenti dal risveglio, che hanno trovato risposte.
tra queste una, ovvero la netta, forte, concreta presa di coscienza che non potrò fare a meno di alcune persone ormai parte della mia vita. non più, non adesso e nemmeno in futuro.
rendermi conto di questo mi ha fatto sentire viva, oggi. un po' più viva di ieri e di ieri l'altro.

ma andiamo avanti, perché nonostante queste cose belle, alcune molto bellissime -e non intendo la tisana nella tazza tirolese o Bacci Pagano-  c'è sempre un po' di tramonto nella mia vita, un po' di penombra, una dose di luce calante che, se normalmente fa vedere particolari in altri momenti nascosti e avendo del bello in sé, da un po' di tempo associo a uno stato d'animo malinconico, a tratti amaro.

di questo si tratta, questo sento sulla lingua dal famoso 23 maggio e poi dal 6 luglio 2017, momento del passaggio effettivo, ufficiale, definitivo, da un tutto sommato piacevole paesaggio ombreggiato, a tratti soleggiato e caldo, con momenti di vento e autunno e qualche scroscio d'acqua, a un deserto totale, dove aridità completa e assenza di riparo la fanno da padrone.
una Valle della Morte per impiego, praticamente.
sì, mi riferisco al lavoro; al cambio di padrone, più che altro, ecco.
ha sempre il coltello dalla parte del manico, il capo, sempre, mica dico di no, ma se fino a questa estate ci sembrava di avere anche noi una posata in mano con cui poter fare qualcosa, ogni tanto, da luglio ci siamo ritrovati sì e no con uno stuzzicadenti, per giunta inumidito, che si piega da solo senza manco farsi sentire appuntito.
sto provando direi quotidianamente un senso di impotenza, frustrazione, rabbia, insofferenza mai provate prima, mai così tanto, mai così di continuo. il lavoro è lo stesso da otto anni, ormai, io sono più o meno la stessa (più vecchia di otto anni, occhei) e se prima ne uscivo diciamo normale ed oggi incazzata ogni volta....qualcosa dipenderà anche dal capo. o no?
la domanda ha una risposta e non è negativa.

si cerca di tener duro, ci facciamo forza a vicenda tra colleghi, ci ascoltiamo e aiutiamo, ma non sempre è facile, non sempre si trova la spinta.
il calendario gira, l'orologio pure, ma è sempre l'ora del tramonto. e la cosa non torna.
ha da andar via 'sto sole, prima o poi, per risorgere chiaro e limpido, per mostrarci una valle fertile e verdeggiante, dove cambia il tempo, certo, ma dove ci sono rifugi lungo il cammino, per ripararsi dalla pioggia più forte...perché comunque sia, è anche bello camminare sotto la pioggia leggera, quando il sentiero è sicuro e senza pericoli. parola di girlscout.

Love,
MC

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